Politica
Widmann: bilancio positivo della prima metà della legislatura
In occasione del proprio bilancio di metà legislatura, l’assessore alla salute, banda larga e cooperative, Thomas Widmann, ha accolto i rappresentanti dei media nei locali della nuova clinica presso l’ospedale di Bolzano, dove i primi servizi sono stati avviati in piena emergenza Covid.
Una scelta anche simbolica, perché “la nuova clinica rappresenta quanto è stato portato avanti durante e nonostante la pandemia, pur non ottenendo la dovuta visibilità” ha sottolineato l’assessore. Partendo dal Pronto soccorso, Widmann ha ripercorso alcune tappe fondamentali degli ultimi due anni e mezzo, le priorità inizialmente fissate e gli obiettivi raggiunti entro la primavera del 2020.
Pronto soccorso, tempi di attesa, territorio: i risultati ottenuti
Accanto alla diminuzione dei tempi di attesa nel Pronto soccorso di Bolzano – un’ora in meno nel giro di 6 mesi (agosto 2019 – febbraio 2020) e trend in calo per i tempi di attesa per le visite specialistiche non solo negli ambiti definiti prioritari (dermatologia, oculistica, ORL), l’assessore ha ricordato gli otto nuovi primari nominati negli ospedali di San Candido, Vipiteno e Silandro che rappresentano l’impegno per rafforzare l’assistenza sanitaria periferica ed il territorio “assicurare la vitalità delle piccole strutture per me è un punto fondamentale, ed essere riusciti a ricoprire non solo i cinque primariati vacanti nel 2019, ma ulteriori tre, è un grande passo in avanti in questo senso”.
Resilienza nonostante la pandemia
Con l’inizio della pandemia tutti i servizi sono stati ridotti al minimo per garantire la sola assistenza nei casi di emergenza, quest’ultima comunque sempre garantita anche nella fase più critica, come ha ricordato l’assessore. Nel complesso il sistema sanitario altoatesino avrebbe retto piuttosto bene l’impatto della pandemia, dato che il calo delle prestazioni dovuto al primo lockdown è stato recuperato in diversi ambiti già durante i mesi estivi, in alcuni casi persino durante la seconda ondata in autunno. È il caso degli interventi per tumore alla mammella, in aumento nel 2020 rispetto al 2019. Sono i risultati di un’analisi sulla resilienza dei sistemi sanitari regionali in cui la Provincia di Bolzano si è posizionata tra le realtà che hanno reagito meglio.
Avvio della nuova struttura in piena emergenza
Widmann ha poi ricordato il cambiamento repentino di tutte le priorità nel marzo 2020, le previsioni poi rivelatesi errate di molti esperti ed istituzioni, la rapidità con cui i posti letto disponibili venivano occupati “avevamo la grande fortuna di disporre di una struttura, la nuova clinica, già disponibile, benché ancora da allestire”. Entro soli quattro giorni, il 26 marzo 2020 è stato allestito il reparto cosiddetto “normale” per i pazienti COVID e vi sono stati trasferiti i primi pazienti. Fino alla sua chiusura il 18 maggio 2020 sono passati di qui 98 pazienti con un’età media di 44,5 anni.
Nel pieno della pandemia è stata attivata anche la nuova terapia intensiva nel secondo piano della nuova clinica. Con il trasferimento del reparto nell’aprile 2020, i posti letto disponibili in terapia intensiva a Bolzano sono stati raddoppiati. “Aver potuto contare su questi spazi ci ha permesso di accudire in contemporanea fino a 80 persone durante la prima ondata”, ha specificato Widmann, ricordando come i letti in terapia intensiva a livello provinciale sono passati da 35 a 85, con la possibilità di attivarne ulteriori 15 in caso di bisogno. A questo scopo sono stati formati 31 infermieri o tecnici assistenziali e assunti ulteriori 14, mentre i medici nuovi assunti (9) equivalgono a quelli provenienti da altri reparti e appositamente formati (9).
“Un investimento per il futuro“
L’assessore ha sottolineato come si sia riusciti a fare di necessità virtù, allestendo la nuova terapia in modo da poterla utilizzare in modo flessibile a seconda delle necessità del momento. Attualmente il reparto cura, ad esempio, anche i pazienti post COVID o post intervento. L’attrezzatura comprende dispositivi speciali come due macchine ECMO, in grado di sopperire completamente all’attività cardiaca e/o respiratoria nei casi gravi. Finora nel reparto di terapia intensiva di Bolzano sono stati curati 240 pazienti COVID dei 551 totali nel territorio provinciale. “Le tecnologie e il personale di cui ci siamo dotati per far fronte all’emergenza sanitaria sono un patrimonio che resterà a beneficio di tutti i pazienti futuri, a prescindere dal Covid“, ha sottolineato l’assessore.
Eliporto per il servizio di emergenza
Fino a 115 trasporti giornalieri di pazienti COVID è quanto ha effettuato la Croce Bianca durante la fase più acuta della pandemia. Il servizio territoriale di soccorso è stato definito da Widmann „pilastro portante dell’assistenza sanitaria“, così come l’elisoccorso, che dal 2020 conta su un quarto elicottero stazionato a Lasa. Dal punto di atterraggio sul tetto della nuova clinica, un vero e proprio eliporto unico nel Nord Italia, i pazienti possono essere trasportati nell’area rossa (shock room) del Pronto soccorso direttamente in ascensore.
La sfida del personale qualificato
Un nodo centrale degli anni a venire, secondo Widmann, saranno le misure per contrastare la carenza di personale qualificato sia medico che infermieristico. Oltre alla formazione specialistica secondo il modello austriaco, attualmente frequentato da 105 studenti, a questo scopo sono stati messi a disposizione dal 2020 in tutto 59 posti di studio ad Amburgo e Salisburgo, nonché 50 posti per le professioni infermieristiche a Innsbruck, mentre la borsa di studio per i medici di medicina generale in formazione in Alto Adige è stata incrementata di 700 euro al mese. Altre misure avviate riguardano l’attrattività del posto di lavoro e la promozione della conoscenza della seconda lingua.
Sulla giusta strada
In conclusione Widmann ha parlato di un trend positivo negli ambiti definiti prioritari, riscontrabile nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Per quanto riguarda il futuro del sistema sanitario altoatesino, “molto dipenderà dalla capacità di attrarre e fidelizzare personale qualificato”. “Le risorse umane sono il nostro patrimonio più grande”, ha sottolineato, ringraziando medici, personale tecnico-assistenziale e volontari per il loro impegno.
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