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Alto Adige

Violazioni tra piccoli party e partite di gruppo, i Carabinieri: “Non sono tutti così, ma controlli più difficili di prima”

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I carabinieri di tutta la provincia di Bolzano sono ancora molto impegnati a far rispettare le prescrizioni provinciali e statali per il contenimento della COVID-19, ma i controlli ora sono più difficili di prima.

Secondo quanto riporta ufficialmente l’Arma, quando infatti il “lockdown” era totale, era più facile controllare le persone per la strada, specialmente la domenica e i festivi quando a lavorare erano in pochi e i supermercati chiusi. Ora si verifica l’opposto, da quando è possibile svolgere attività all’aria aperta per le strade c’è un brulichio di persone e non è facile controllare in maniera mirata chi è in fallo. I tanto agognati e invocati senso di responsabilità e autodisciplina dei cittadini non si sono appalesati appieno, come prevedibile.

Si legge in una nota dell’Arma: “È anche vero che come quelli che non indossano le cinture in auto sono una piccolissima parte degli automobilisti, quelli che non rispettano le norme “anti-COVID” sono una piccolissima parte dei cittadini. Ma purtroppo ci sono.






E danno nell’occhio. Specie nell’era digitale degli smartphone con cinque fotocamere da 108 megapixel… E così fioccano tam-tam video-fotografici su app di messaggistica, post sui social e – quando va bene – chiamate al 112.

Chiamate che però, va detto, non sempre sono corrette e non sempre sono veritiere, con forse in qualche caso anche un pizzico di dolo. Come quel Torquemada che ha denunciato un assembramento intorno al barbecue del vicino di casa costringendo i carabinieri ad andare a verificare (perché i carabinieri e le altre forze dell’ordine verificano sempre) salvo poi scoprire che erano tutti famigliari.

E un’altra doverosa precisazione va fatta, anche rispondere a quella lettrice che si è rivolta alla rubrica del direttore di un noto quotidiano esprimendo dubbi sull’operato delle pattuglie che intervengono nei luoghi dove le persone sogliono passeggiare o come è di moda dire ora “svolgere attività motoria”: l’agente accertatore non ha l’obbligo giuridico di contestare la violazione.

Questo è un importante elemento che gli permette un approccio serio e graduale alle situazioni, e non bacchettone e ingessato. La Suprema Corte di Cassazione in diverse occasioni ha sancito che (salvo casi di dolo o interesse) non commette reati di omissione o rifiuto il pubblico ufficiale che non procede a sanzionare una violazione amministrativa. Nel dubbio sarà meglio colpire impietosamente oppure lasciar correre magari con indicazioni su come rispettare al meglio le norme? Non dicevano forse i latini in dubio pro reo?

Per lo meno quando si può, quanto la violazione non è intenzionale.

Diverso è quando non solo si viola la norma ma si usa anche arroganza e maleducazione verso altre persone. Lo sa bene un giovane poco educato con naso e bocca scoperti che (domenica) ha ricoperto d’insulti un uomo che glielo aveva fatto notare. L’uomo non ci è stato e ha chiamato i carabinieri. Per il ventenne sgarbato sanzione doppia dato che era recidivo.

Ma la mala educazione e la riottosità di certe persone è ormai diffusa. Una guardia giurata ha chiamato (domenica) i carabinieri perché presso un ospedale dei parenti si accalcavano in sala d’attesa pur essendo un paio di mesi abbondanti che viene detto in tutte le lingue che non ci si deve assembrare nelle sale d’attesa dei pronto soccorso. Per fortuna (loro) all’arrivo dei militari si è scoperto che gli assembrati erano tutti conviventi e comunque si sono allontanati.

La sanzione rimane sempre l’extrema ratio. Se il soggetto si allinea alla regola allora sanzionarlo diventa eccessivo. Aveva fatto notizia qualche settimana fa il numero molto elevato di sanzioni tutte insieme, tutte lungo la stessa via e tutte a negozianti. I negozianti si erano lamentati, avevano però dimenticato di dire che il dì delle sanzioni era il terzo che i carabinieri erano passati. Il primo giorno, a norma appena introdotta, avevano informato, il secondo avevano sollecitato e il terzo hanno sanzionato. Dopotutto il carabiniere non è una balia e non va in giro a farsi prendere in giro.

E non fanno nemmeno gli arbitri o gli spettatori. Se gli sport di squadra sono vietati significa che palle e palloni dovrebbero rimanere a casa. Tra domenica e lunedì sono stati sanzionati ben 29 tra calciatori e pallavolisti. I carabinieri, su segnalazione in un caso degli abitanti del luogo e nell’altro di un passante, sono infatti intervenuti per interrompere due partite tra amici, in un caso con tanto di maglie di colori diversi per le due squadre…

Inevitabili le sanzioni, date con dispiacere, specialmente ai giocatori minorenni, perché è anche comprensibile che i giovani vogliano sgranchirsi le gambe dopo due mesi “al palo” o “ai domiciliari” e perché poi ai minori le sanzioni le pagano i genitori, magari già afflitti da attività lavorativa chiusa o ridotta. Ma è di tutta evidenza che contendersi una palla marcandosi stretti e col fiatone può essere una pericolosissima condotta contagiosa.

Ultimi, in ordine cronologico, stanotte, su segnalazione di alcuni cittadini che sentivano musica e schiamazzi, alcune pattuglie hanno interrotto due assembramenti di giovani, peraltro nemmeno molto distanti tra loro. Nel primo caso una festa da ballo in piena regola con musica e bevande.

Nel secondo, ormai in piena notte, urla, risate e chiacchiere nel cortile di una scuola (peraltro rimane da capire se fossero autorizzati o meno). In entrambi i casi alcuni furbetti sono riusciti ad allontanarsi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. In totale sono stati sanzionati nove ragazzi, di cui alcuni anche minorenni, tra le 00.40 e le 03.30“.

(e.c.)

 

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