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Vienna, Kickl: mantenere i controlli alle frontiere. Per il ministro degli interni austriaco è precondizione per Schengen

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L’Austria vuole mantenere i controlli alle frontiere interne finché la protezione dei confini esterni alle Ue non sarà “solo sulla carta ma anche di fatto”: lo ha detto il ministro degli Interni austriaco, Herbert Kickl, a margine della Conferenza dei ministri dell’interno dell’Ue in apertura a Vienna.

La sospensione dei controlli ai varchi di frontiera, entrata in vigore nel 2015, potrà essere messa in pratica solo quando i confini esterni saranno protetti con efficacia.

“L’introduzione dei controlli è stata una precondizione per Schengen” –  ha detto il ministro austriaco – ed è successo già una volta  con il programma di ricollocazione dell’UE che la stessa Unione Europea abbia cercato di ‘prescrivere qualcosa che nessuno voleva‘. 






Per Kickl “Il programma, deciso in collaborazione con l’Austria in occasione della crisi dei rifugiati nel 2015, era inteso ad alleviare i paesi particolarmente colpiti di Italia e Grecia”.

Per quanto riguarda la prevista espansione dell’operazione Frontex e il rafforzamento dell’Agenzia europea per le frontiere, Kickl ha sottolineato l’importanza di “mantenere il controllo negli stati nazionali”.


Tuttavia il ministro dell’interno di Vienna non riferisce il suo discorso alle vie legali di migrazione. L’obiettivo austriaco al momento rimane la lotta alla migrazione illegale, come ha precisato in vista del discorso del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker il giorno prima. 

“Gli immigrati clandestini dovrebbero poter essere espulsi più rapidamente e lo sforzo di ogni singola realtà nazionale dovrebbe andare verso la creazione di percorsi legali di immigrazione”.

E’ stato anche sottolineato come nell’area Schengen, che comprende 22 stati dell’UE, al momento non sono generalmente nemmeno previsti controlli ambulatoriali alle frontiere, anche se essi sono stati reintrodotti temporaneamente  dopo la “crisi dei rifugiati” del febbraio 2016 da paesi come Austria, Germania Francia Danimarca, Svezia e anche Norvegia (paese non UE)

Stamane in un’intervista il Commissario europeo per la migrazione, Dimitris Avramopoulos, aveva esortato gli Stati membri a rimuovere i controlli alle frontiere per tornare al “normale funzionamento di Schengen“.



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