Bressanone
Via al nuovo anno pastorale: ascoltare per trasformare
La tradizionale “due giorni” di metà settembre iniziata oggi (venerdì 22) a Bressanone inaugura l’anno pastorale 2023/24 della Chiesa altoatesina, dedicato al tema dell’ascolto, presupposto necessario per trasformare. Nella prima giornata tre relazioni hanno affrontato il cambiamento necessario nella Chiesa per rapportarsi alla secolarizzazione e alle emergenze sociali e ambientali.
Il convegno pastorale all’Accademia Cusano si è aperto con il benvenuto del direttore dell’Ufficio pastorale Reinhard Demetz ai circa 230 rappresentanti di clero, operatori della pastorale, consigli parrocchiali, volontari e associazioni ecclesiali. Introducendo il motto annuale “Sulla Tua Parola: ascoltare”, Demetz ha spiegato che la scelta del tema dell’ascolto è collegata alla vita quotidiana della chiesa sul territorio, che richiede tempo per consolidarsi con i team pastorali e le unità pastorali.
Con un percorso sinodale la chiesa vuole rinnovarsi, e l’ascolto è il presupposto. Ma sarà un anno dell’ascolto, ha ricordato Demetz, anche perché il Sinodo in Italia e nel mondo, in cui la chiesa locale agisce come parte di un insieme, ha bisogno di spazio e attenzione. Il direttore ha poi anticipato i punti centrali del nuovo anno di lavoro: in ascolto della Parola (quindi proseguire e consolidare il lavoro con la Bibbia), in ascolto di chi è in difficoltà (con serate nelle parrocchie), formazione sull’essere chiesa oggi e sulle comunità come luoghi dell’ascolto, infine partecipazione al cammino sinodale.
Tra gli ospiti Lucia Vantini, docente di teologia fondamentale e di filosofia della religione all’Istituto superiore di scienze religiose di Verona, ha parlato della crisi ecologica frutto di una cultura del dominio basata su relazioni distorte: “Quella patriarcale dove l’uomo domina sulla donna, quella etnocentrica dove il Nord del mondo si è imposto sul Sud, dove chi governa mette al margine tutti gli altri, quella razionalistica nella quale la ragione squalifica l’emozione, quella capitalistica dove il profitto sfrutta e violenta la natura.
Da questi intrecci si comprende che la tematica eco-teologica risulta sensibile alla questione di genere e che non si può attraversare l’eco-teologia scavalcando il contributo delle donne.” Serve quindi la consapevolezza “che non si può costruire né vivere una spiritualità ecologica senza mettersi in ascolto delle voci emarginate che raccontano di un mondo diverso, delle vittime della storia che chiedono giustizia.” Per cambiare, oggi bisogna trasformare e non riparare.
L’olandese Jan Loffeld, docente e direttore alla Tilburg University School of Catholic Theology a Utrecht, e Regina Polak, direttrice dell’Istituto di teologia pratica alla facoltà teologica dell’Università di Vienna, hanno approfondito i processi socioreligiosi che oggi cambiano la società e l’attività pastorale, in particolare la secolarizzazione che trasforma la religiosità in ricerca di spiritualità. Loffeld si è soffermato su come rapportarsi in modo costruttivo oggi con la secolarizzazione.
Serve una trasformazione paradigmatica: imparare una cultura dell’ascolto, non prendere tutto per bisogno religioso, comprendere la spiritualità “senza Dio” come una conseguenza della libertà del singolo essere umano. Oggi, dunque, è necessario imparare a lasciare andare.
Polak ha delineato alcune conseguenze sul piano della pastorale: servono riflessione e interpretazione teologica differenziata di questi sviluppi, non un adattamento acritico o una difesa di fondo; serve una reinterpretazione della fede cristiana nella teoria e nella pratica; infine bisogna rendere comprensibile la percezione religiosa della realtà attraverso iniziative sociali pratiche, tra cui la trasmissione alla comunità delle esperienze di fede, l’approfondimento di preghiera e celebrazione, l’impegno sociale con emarginati e bisognosi, incontro e dialogo in luoghi di meditazione.
Il cristianesimo, ha concluso Polak, non è la continuazione di una storia, ma presuppone un futuro che non deve mai essere confuso con il presente e che deve essere scoperto di nuovo in ogni generazione. I partecipanti hanno discusso questi spunti e il futuro della Chiesa in Alto Adige in workshops di gruppo con alcuni esponenti dei vari ambiti della società civile, tra cui l’imprenditore Claudio Corrarati, l’esperta di marketing turistico Roberta Agosti, la giornalista Floriana Gavazzi, lo storico Hans Heiss, la ricercatrice Vanessa Macchia.
Domani (sabato 23) il Convegno pastorale prosegue alle 9.15 con la relazione del vescovo Ivo Muser e la cerimonia di consegna delle onorificenze diocesane.
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