Ambiente Natura
Vettorato: “Il termovalorizzatore di Bolzano è molto efficiente”
I termovalorizzatori costituiscono l’ultimo passaggio del ciclo di smaltimento dei rifiuti. Con l’evolversi dell’economia circolare la quantità di materiale trattato in questi impianti sarà progressivamente ridotta.
Nel frattempo, però, essi ci permettono di chiudere il ciclo di trattamento senza celare il problema sottoterra o procrastinare una soluzione a tempo indefinito e possono garantire una risorsa energetica importante per i cittadini.
“I dati sono dalla parte del termovalorizzatore, come ci spiegano i nostri esperti” afferma l’assessore all’Energia e all’Ambiente Giuliano Vettorato, che specifica: “L’impianto di Bolzano recupera il calore generato dalla combustione dei rifiuti, che viene trasformato in vapore e utilizzato in questa forma per produrre sia energia elettrica che calore”.
Un moderno impianto di cogenerazione – Il processo passa per un moderno impianto di cogenerazione: un impianto, cioè, che permette di produrre allo stesso tempo sia elettricità che calore. L’energia elettrica prodotta serve in piccola parte (circa il 15%) per soddisfare i consumi elettrici dell’impianto, mentre la maggior parte viene venduta in rete. In termini di cifre, nel 2021 sono stati prodotti oltre 90 GWh di energia elettrica, che, par fare un paragone, corrispondono ad un terzo della produzione provinciale da fotovoltaico, spiegano gli esperti della Ripartizione Ambiente della Provincia.
Teleriscaldamento a prezzi concorrenziali con quelli del gas – L’energia termica prodotta nel 2021, pari a poco più di 100 GWh, viene immessa nella rete di teleriscaldamento. Per sfruttarne al massimo le potenzialità è stato realizzato un grande accumulo termico, che ha permesso di ridurre radicalmente il consumo di gas dell’impianto di produzione del teleriscaldamento e di conseguenza le relative emissioni di gas ad effetto serra. Già prima della crisi energetica causata dalla guerra in corso in Ucraina, la tariffa di vendita del calore prodotto dal termovalorizzatore permetteva di garantire ai clienti un prezzo concorrenziale con quello del gas. Su questa base è stata pianificata un’importante espansione della rete che ha interessato sia la zona industriale che i quartieri a sud-ovest fino a raggiungere la zona della stazione ferroviaria.
In termini numerici il termovalorizzatore ha fornito nel 2021 circa 100 GWh di energia termica – più o meno il 90% della produzione totale – alla rete di teleriscaldamento, che ha complessivamente coperto il fabbisogno di 333 utenze con una potenza complessiva di 120 MW. Il numero delle utenze è contenuto, in quanto nella prima fase sono state allacciate soprattutto utenze di potenza rilevante per garantire la sostenibilità tecnica della rete. Il processo di ampliamento della rete di teleriscaldamento è ancora in corso e a breve permetterà di utilizzare completamente il calore prodotto dal termovalorizzatore.
Vettorato: “Questi investimenti sono scelte lungimiranti” – “L’investimento fatto nel teleriscaldamento alimentato dal termovalorizzatore rappresenta una scelta lungimirante, perché i prezzi attuali sono concorrenziali con quelli del gas e permettono di attrarre utenti” le parole dell’assessore all’Energia e all’Ambiente Giuliano Vettorato, osservando i risultati che si stanno ottenendo. A conferma di ciò, va considerato anche che in questa fase di crisi energetica la domanda supera addirittura le possibilità tecniche di garantire allacciamenti in tempi brevi. “Un altro fatto interessante” aggiunge l’assessore Vettorato “è che il termovalorizzatore di Bolzano consente di chiudere il ciclo dei rifiuti urbani prodotti all’interno della provincia e di non dipendere da operatori esterni. Uno degli aspetti essenziali è la gestione pubblica dell’impianto, che è stato realizzato dalla Provincia e gestito da una sua controllata che non può fare utili”.
Dal punto di vista delle emissioni è un impianto all’avanguardia, le prestazioni sono notevoli sia per quanto riguarda gli inquinanti classici (per questo tipo di impianti) come ad esempio le diossine (l’emissione è pari a 0,001 ng\Nm3, a fronte di un limite autorizzativo di 0,025 ng\Nm3 e di un limite di legge di 0,1 ng\Nm3), sia per quanto riguarda inquinanti come il monossido di azoto (NO) e del biossido di azoto (NO2), con una emissione di 30 mg\Nm3 a fronte di un’autorizzazione che consente 40 mg\Nm3 e di un limite di legge è ancora più elevato, pari a 200 mg\Nm3.
“Guardando a questi dati, perciò, l’emissione di diossine di questo termovalorizzatore è un centesimo di quella consentita per legge e quelle di monossido di azoto (NO) e di biossido di azoto (NO2) sono meno di un sesto rispetto ai valori limite” conclude l’assessore Vettorato.
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