Alto Adige
Variante Val di Riga, si parte in vista delle Olimpiadi

Era l’idea “antica” lanciata in maniera veemente, dall’allora consigliere provinciale Svp di Brunico, Herbert Denicolò, nato a Valdaora e pendolare col treno dalla Pusteria con Bolzano per tutti i 15 anni del suo mandato. Fu sua l’idea della variante di Riga, che è sopravvissuta alla sua prematura scomparsa nel 2018.
Allora L’idea fece solo scalpore inizialmente, procedette con una serie di progetti piuttosto complicati ed estemporanei (uno prevedeva addirittura il passaggio di fianco al forte di Fortezza compiendo un’amplissima curva), tanto da far prevedere che non se ne sarebbe fatto nulla. Con gran sospiro dell’Amministrazione di Fortezza che vede oscure nubi all’orizzonte futuro del paese, “tagliato fuori” dalla variante, questa sì, approvata e “santificata” a Roma e ormai sulla pista di decollo.
Nelle scorse ore infatti è partita la procedura ufficiale che porterà all’approvazione del progetto esecutivo della cosiddetta “variante della Val di Riga”, la bretella ferroviaria a nord di Bressanone che dovrebbe agevolare i collegamenti con la Val Pusteria. “È stato sempre il nostro obiettivo coinvolgere i Comuni interessati e la popolazione nel progetto e garantire un’informazione trasparente”, ha dichiarato l’assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider, all’annuncio dell’operazione.
Dopo il procedimento di approvazione, avviato da RFI, potrà essere rilasciata la concessione edilizia statale, base per la successiva gara d’appalto. L’inizio dei lavori è previsto per l’estate del 2023. Per l’assessore ciò significa “un grosso passo avanti nella realizzazione di un progetto prioritario nel settore delle ferrovie in Alto Adige e, più in generale, nel rafforzamento della rete ferroviaria quale spina dorsale della mobilità pubblica”. Con la costruzione della variante, un collegamento di circa 3,5 chilometri tra Sciaves e la linea ferroviaria del Brennero, la ferrovia della Val Pusteria sarà collegata direttamente con la stazione di Bressanone, saltando a piè pari la storica fermata con cambio di treno a Fortezza.
Il progetto, assieme ad altri in provincia, punta ad aumentare la cadenza delle corse. Stando alle dichiarazioni ufficiali, oltre a contribuire alla tutela dell’ambiente, la variante di Riga consentirà ai passeggeri della Val Pusteria di risparmiare 12 minuti in arrivo a Bolzano oltre a fornire collegamenti diretti con Bressanone e Bolzano. Attualmente STA (Strutture Trasporto Alto Adige) prevede un aumento degli utenti su questa tratta ferroviaria pari a 750.000 passeggeri.
E questa è la versione ufficiale, la parte “illuminata” della luna. La parte oscura sono i dubbi, le perplessità, le conseguenze che una tale gigantesca opera potrà portare e causare. Innanzitutto: Fortezza come paese, viene a perdere un ulteriore tassello nell’importanza (e nella vitalità sociale e commerciale) del suo ruolo come stazione ferroviaria. Inoltre, pare confermato come sarà la fermata (d’obbligo secondo i piani attuali) dei treni in uscita dal troncone principale del tunnel di base del Brennero, treni che non potranno fermare a Bressanone superata in galleria.
Dunque e tanto per fare un esempio, i turisti che si muoveranno in treno dalla Germania e dall’Austria con l’alta velocità per la Pusteria, dovrebbero scendere a Fortezza, tentare di raggiungere Bressanone con una navetta (o altro treno) per poi prendere a Bressanone il treno per Brunico, Dobbiaco o San Candido. È questa solo una delle perplessità più volte espresse dal sindaco di Fortezza Thomas Klapfer, ma tant’è.
Quando un’idea viene pensata dalla politica, pervicacemente portata avanti in tutte le sedi, anche nel ventre molle di quelle romane (che ancora non sanno distinguere l’Alto Adige dal Trentino tanto per dire!), offre commesse per oltre 5 milioni di euro (destinati a lievitare), fa rinascere dal nulla una stazione-fermata, quella di Naz-Sciaves, soppressa a metà degli anni ’60 del secolo scorso perché “inutile”, non ci son ragionamenti che tengano. Né conseguenze da valutare. Ormai, il dado è tratto. Nel 2023 inizieranno i lavori da concludersi “doverosamente” per le Olimpiadi del 2026.
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