Arte e Cultura
Valbruna, al Trevi la storia delle acciaierie di Bolzano con “Storie d’acciaio”
Mercoledì 13 novembre, dalle 18 e 30 alle 20, al centro Trevi di via Cappuccini avrà luogo l’interessante proiezione del documentario “Storie d’acciaio” che ripercorre la storia di una delle più note fabbriche della città.
Il film riporta i ricordi di persone che hanno vissuto dentro la fabbrica, ma riporta anche immagini tratte da cinegiornali, i Caroselli pubblicitari della Lama Bolzano che così tanto ha fatto conoscere il nome della nostra città in tutta Italia, frammenti dello spettacolo teatrale realizzato qualche anno fa dal Teatro Stabile di Bolzano dedicato alla fabbrica.
La serata, organizzata dal Cedocs in collaborazione con il Centro Audiovisivi della Provincia, sarà introdotta dal sindacalista dei metalmeccanici UIL, Joe Pelella che ha lavorato presso la nota Speedline di Bolzano.
Dopo la visione del documentario interverranno, anche rispondendo con Pelella alle domande ed alle osservazioni del pubblico presente, i sindacalisti Vincenzo Salerno e Salvatore Falcomatà.
Come ci racconta Joe Pelella, “a Bolzano è difficile incontrare qualcuno che non abbia un parente o un conoscente che ha lavorato alle Acciaierie. Anche la mia attuale compagna è figlia di un operaio delle Acciaierie”.
Si tratta infatti di una parte della storia di tutti noi. Lo stesso sviluppo della città nel ‘900, anche dal punto di vista urbanistico, è stata molto influenzata dalla presenza delle grandi industrie, con le Acciaierie in primis.
Tra i racconti che popoleranno la serata non mancheranno quelli legati al “Bar Zona” affollato fin dalle 6 del mattino per dell’inizio del primo turno, “tutto un andirivieni di biciclette con il bar affollatissimo e fumoso già dalle prime ore del mattino”.
Pelella ci racconta del suo legame con questo mestiere fin da bambino, quando il padre era rappresentante della “Lama Bolzano” e negli anni ’60 viaggiava con una Fiat 600 targata BZ e “reclamizzata” con il logo che raffigurava una grossa lametta da barba.
Sarà l’occasione di ricordare persone e fatti, il sudore di chi ci ha lavorato come anche i problemi che la fabbrica ha avuto dovendo convivere con le case costruite a ridosso dei capannoni, ma sarà anche una sera nella quale si cercherà di capire quali scenari si stanno profilando per l’industria in Alto Adige, settore attraversato da un forte cambiamento.
“Si può avere la percezione di come sia cambiato il lavoro negli ultimi 30 anni proprio passando all’alba per la zona industriale” ci dice Pelella.
“I lavoratori della zona, sebbene ancora numerosi, non sono più le migliaia di qualche decennio addietro. Alcune grandi fabbriche come Magnesio, Alumix, la stessa Speedline non ci sono più.
Oggi vediamo meno operai in tuta da lavoro e più uomini in giacca e cravatta. Per incontrarli basta entrare a mezzogiorno al bar Alumix quando arrivano per il pranzo. Sono disegnatori tecnici, progettisti, contabili, consulenti, informatici”.
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