Angolo Bellerofonte
Vaccinarem humanum est, perseverare autem Tyrolis Meridionalis: benvenuti nella terra dei No Vax
Alto Adige, ultima frontiera.
Questi sono i viaggi di Bellerofonte che a bordo della sua tastiera alata, vi porterà nella valle dove anche Mosè dopo aver ricevuto le Tavole della Legge sul monte Sinai, prenotò una SPA di lusso a Merano per riprendersi dalle fatiche. Ordinò una Kaiserschmarrn al posto dell’indigesta manna e appena rifocillato, si apprestò a riprendere il lungo viaggio verso la terra Promessa.
Fu a quel punto che pensò “…se devo passare almeno quarant’anni nel deserto, sarà meglio che prima faccia qualche vaccino…”. Ma dopo aver visto aprire il Mar Rosso, uscire l’acqua dalla roccia e cadere la manna dal cielo, fu un colpo durissimo scoprire che c’è un limite anche ai miracoli… Perché? Perché era in Alto Adige, la terra con la più bassa percentuale di copertura vaccinale.
Povero Mosè ma soprattutto poveri altoatesini.
“Sapevamo di avere un tasso di vaccinazioni basso, tra i più bassi d’Italia e d’Europa, ma non sapevamo di essere messi così male”.
Correva l’anno domini 2017, questa fu la dichiarazione tombale rilasciata dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, a margine di un incontro tenutosi con i vertici della sanità altoatesina, perché in Alto Adige c’è una Chimera, chiamata appunto copertura vaccinale.
Secondo indiscrezioni, pare che nell’incontro a porte chiuse tenutosi lunedì l’otto ottobre presso l’ospedale San Maurizio di Bolzano tra la delegazione ministeriale guidata dal sottosegretario alla Salute Bartolazzi, accompagnata dal candidato alla provincia per il M5S Diego Nicolini insieme al Direttore della Ricerca Clinica e Progetti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova dott. Costantino Gallo, e i vertici della sanità locale, si sia parlato appunto di copertura vaccinale. Sembra che, al richiamo del sottosegretario Bartolazzi sul problema preoccupante dei vaccini, sempre secondo indiscrezioni, ci sia stato un irrigidimento da parte dell’azienda.
I vertici aziendali hanno riferito che l’Alto Adige guarda al modello tedesco che si basa sulla libera scelta e non sull’obbligatorietà di legge, dimenticandosi di un particolare di non poco conto ovvero che in Germania, anche se nessuna vaccinazione è obbligatoria, dall’epidemia di morbillo del 2014 le scuole devono segnalare alle autorità i bambini che non sono stati vaccinati.
Nel paese viene quindi richiesto il certificato vaccinale per l’iscrizione a scuola, proprio come avviene nel resto d’Italia, Canada e Stati Uniti.
Figuraccen ma non finisce qui. L’affondo arriva quando gli stessi dirigenti, resosi conto della gaffe, dichiarano che comunque si attengono al sistema del nord Tirolo; doppia figuraccen!
Nessuno va in Austria a dire cosa devono fare tantomeno che linee seguire, credo ancor meno che l’Austria si adoperi per una politica di ingerenza nei confronti dei suoi diretti confinanti.
Per il vostro Bellerofonte la questione si traduce in una sola parola: cultura.
Già nel 2016, il dott. Gallo aveva portato alla ribalta nazionale il problema della copertura vaccinale nell’Alto Adige presentando dati e casistiche non coerenti con le direttive dell’OMS, tanto che il suo appello venne accolto da alcuni parlamentari; tale accoglienza produsse un’interrogazione parlamentare a risposta scritta nei confronti dell’allora ministro della salute.
In Alto Adige, soprattutto nelle valli dove si riscontra la minore copertura vaccinale, è culturalmente insito nella natura degli autoctoni il rigetto della medicina in generale. Mi spiego meglio. Vi ricordate la famosa pubblicità di quella marca di dentifrici che recitava “prevenire è meglio che curare”? Ecco, tutti quelli che oggi ricorrono alle cure odontoiatriche è perché non hanno visto quella pubblicità e non si sono lavati i denti.
Battute a parte, sia la prevenzione che lo screening, il monitoraggio essenziale per la prevenzione del cancro al seno o per altre patologie femminili, non vengono ben visti dalla popolazione. Per questo la gente non si vaccina, perché non è mai stata educata alla prevenzione, perché “quel recinto chiuso” non percepisce l’opportunità e la validità di un’azione vaccinale, convinti che bere latte di capra e mangiare yogurt basti a tenere lontani le malattie epidemiche.
Per farvi capire quanto sia radicata nella cultura locale l’avversione ai vaccini, si pensi che agli incontri organizzati dai sostenitori “novax” hanno partecipato centinaia di persone; a essi facevano eco quelli organizzati dall’azienda sanitaria, caratterizzati da una presenza tipo “deserto assoluto”.
Eppure l’azienda sanitaria aveva provveduto con una campagna di sensibilizzazione a ovviare al problema, utilizzando tre testimonial per lanciare la campagna sulla vaccinazione. Nel 2017, i vertici della Asl di allora presentarono la campagna «Perché mi piace la vita» che doveva essere “risolutiva”; forse avrebbero fatto meglio ad ingaggiare Steve Bannon, sicuramente avrebbe fatto meglio della dott.ssa Dagmar Regele.
La dott.ssa Regele è primario presso il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica di Brunico ma soprattutto è anche Direttrice del Dipartimento Funzionale di Prevenzione (funzionale vuol dire senza sede operativa), dipartimento dal quale dipende la programmazione e la somministrazione dei vaccini oltreché tutte le attività di prevenzione e monitoraggio della salute della popolazione. Secondo i dati rilevabili dal documento “Elenco delle strutture dirigenziali e dei dirigenti – Situazione 31.03.2017” presenti sul sito istituzionale dell’ASL AA, la professionista, a fronte di una prestazione discutibile, percepisce uno stipendio lordo annuo pari a 199.425,18 Euro per la carica di primario, al quale va sommato uno 0,5 per cento come riconoscimento per il servizio di Direttrice del Dipartimento Funzionale di Prevenzione più un “modestissimo” 0,2 per cento per l’incarico di Direttrice del Servizio di medicina di Base. Tanta roba.
A pensar male, si direbbe che la direttrice non sia così funzionale; a pensar bene, con queste cifre il vostro Bellerofonte avrebbe vaccinato la Chimera, Zeus, Ade, Poseidone e Medusa con serpenti inclusi.
Per finire, la mancanza di medici di base che provvedono alla somministrazione di vaccini e l’esiguità di personale preposto al servizio di prevenzione nei distretti, come contorno a un’inadeguata programmazione di prevenzione, confermano le preoccupazioni del sottosegretario.
Bartolazzi, che sono le stesse preoccupazioni della ministro Giulia Grillo.
L’Autonomia passa anche dalle garanzie di salute previste dalla Costituzione, dalle normative vigenti in materia di prevenzione e anche dalle sanzioni previste per la mancata osservanza. Soprattutto, quest’ultime sono state strumentalizzate per fini politici dall’amministrazione uscente, la quale per voce dell’assessore Stocker, più volte ha dichiarato che non avrebbe sanzionato i trasgressori. In una campagna all’ultimo sangue, anche i fuorilegge fanno numero.
Qui Bellerofonte, che col suo fido Pegaso (e con Mosè) si accinge al prossimo viaggio.
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