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Ambiente Natura

Uno scarafaggio per risolvere la mancanza idrica sul pianeta

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L’approvvigionamento di acqua potabile sarà il problema che ci affliggerà nei prossimi secoli. L’inaridimento di alcune aree dovuto ai cambiamenti climatici e che già spinge alla migrazione molte popolazioni, diverrà ancora più marcato.

Gli scienziati stanno cercando soluzioni per il reperimento dell’oro trasparente, che compone oltre il 65% del nostro corpo.

Nelle aree dove la vicinanza agli oceani consente di convertire le nebbie in umidità, trattenendo le goccioline tramite reti, il problema è almeno parzialmente risolto, ma laddove le aree sono più interne e le nebbie non possono arrivare, il problema si presenta come irrisolvibile.






In realtà l’umidità presente nell’aria è disponibile anche nelle aree più desertiche, come ben sa chi abbia pernottato nel Sahara, trovando la rugiada sulla superficie dei teli delle tende, od osservando le goccioline sui fili delle ragnatele.

Un piccolo scarafaggio che vive nel deserto della Namibia ha dato l’idea al dottor Josh Wong su come intervenire per risolvere la mancanza idrica.

Il coleottero delle nebbie, questo è il nome dell’insetto, raggiunge la cima di una duna ed espone il ventre al vento, la conformazione del suo addome consente di catturare l’umidità dell’aria che si condensa sul suo ventre e di incanalarla, fino ad ottenere il quantitativo sufficiente per soddisfare il suo fabbisogno.

Il dottor Wong dell’Università di Akron in Ohio ha brevettato un sistema che potrebbe essere alimentato da una batteria al litio, in grado di “assorbire” e filtrare l’umidità dell’aria presente in atmosfera, anche nelle zone più aride, e renderla fruibile in una quantità pari a circa 40 litri l’ora.

Il prototipo potrebbe essere a forma di zainetto, facilmente trasportabile da chiunque, permettendo anche la mobilità in aree normalmente non frequentate.

La tecnologia utilizzata è quella dei polimeri nanometrici, che si comportano come una rete di grandissime dimensioni, in grado di acchiappare l’umidità come le reti delle nebbie, ma in questo caso l’acqua sgorgherebbe dall’invisibile aria.

Il sistema che verrà testato, non appena verranno trovati i finanziamenti per realizzarlo, potrebbe essere una soluzione molto più economica ed usufruibile da chiunque, rispetto al sistema dispendioso di desalinizzazione, studiato da Israele, non fruibile dai paesi più poveri, che per primi saranno investiti dal problema della carenza di acqua potabile.

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