L’impertinente
Tutti contro Zerzer o Zerzer contro tutti?
Tutti contro Zerzer o Zerzer contro tutti? La domanda sorge spontanea, preso atto delle più recenti dichiarazioni da parte del dg dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige che parlerebbero di persecuzione mediatica.
Noi questo non lo sappiamo, ma gli accertamenti preliminari affidati dalla Procura di Bolzano alla Guardia di Finanza sulle presunte irregolarità della nomina a direttore generale del Dottor Florian Zerzer rischiano tuttavia l’apertura di un vaso di Pandora dalle conseguenze per l’Azienda sanitaria altoatesina che potremmo definire di portata epocale.
Allo stato attuale, la mancanza di alcuni dei requisiti previsti dalla normativa vigente metterebbero Zerzer nella posizione di non essere davvero mai stato idoneo alla nomina.
Lo abbiamo scritto in diverse occasioni, ma amiamo ripeterci: a un’analisi attenta dell’art. 2 del Decreto del Presidente della Provincia 27/2017, che cita i requisiti per accedere all’elenco provinciale degli idonei alla carica di direttore generale dell’Azienda sanitaria, colpisce l’assenza di uno o più elementi atti a fare dell’attuale dg il candidato ideale per il ruolo.
A partire dalla mancata iscrizione all’albo nazionale degli idonei alla nomina (visibile qui), istituito presso il Ministero della Salute, e dalla successiva indicazione da parte di una commissione di valutazione istituita con decreto del presidente n. 12118/2018, a sua volta apparentemente illegittima.
Tale presunta illegittimità deriverebbe da un vizio di costituzione, che sarebbe avvenuta in base a una normativa provinciale in contrasto con quella nazionale (il Decreto Legislativo 171/2016 “Attuazione della delega di cui all’articolo 11, comma 1, lettera p), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria”.)
Il presidente Kompatscher avrebbe dunque nominato una commissione non idonea? Se così fosse, la medesima avrebbe proposto Zerzer come potenziale commissario, la Giunta con a capo Kompatscher avrebbe nominato Zerzer alla direzione generale e senza iscrizione all’albo nazionale e così il cerchio si chiuderebbe.
E al centro di talune questioni degne di una più approfondita verifica logica, ci sarebbe anche la serie di misure adottate dall’amministrazione provinciale e dallo stesso Zerzer tra il 26 settembre e il 2 ottobre 2018, in vista dell’accesso alla carica.
Ma procediamo con ordine: il 26 settembre 2018 Florian Zerzer scrive al Dipartimento delle risorse umane della Provincia e al suo datore di lavoro, il consigliere Richard Theiner, informandoli delle sue dimissioni dalla carica di Direttore del Dipartimento Sviluppo del Territorio, Ambiente ed Energia con decorrenza 1° ottobre 2018. Dimissioni che vengono accettate.
Lo stesso giorno, con decreto del Presidente della Provincia (D.P.P.) n. 18686/2018 del 28/09/2018 Kompatscher revoca quindi a Zerzer la nomina, che venne effettuata sempre con D.P.P. 2243/2014, mediante chiamata esterna ovvero “…a persone estranee all’amministrazione provinciale…” (art. 14, comma 2, Legge Provinciale 10/1992).
A distanza di qualche ora, con il D.P.P. n. 19008/2018 del 01/10/2018 il presidente Kompatscher, su proposta dell’assessore Richard Theiner, nomina nuovamente Florian Zerzer quale Direttore del Dipartimento Sviluppo del Territorio, Ambiente ed Energia. Con una differenza che si nota nel quinto capoverso in premessa del decreto, dove si legge stavolta che “Il signor Zerzer è un dipendente provinciale con lavoro a tempo indeterminato…”.
Ed ecco servito il paradosso: il 26/09/2018 Zerzer si dimette da incaricato esterno, nello stesso giorno Theiner lo ripropone per lo stesso incarico e Kompatscher lo rinomina in qualità questa volta di dipendente della Provincia a tempo indeterminato.
Zerzer dunque, che è inizialmente un direttore esterno all’amministrazione provinciale, si dimette e nella stessa giornata viene rinominato per lo stesso incarico, con la variante che nella rinomina si ritrova “dipendente a tempo indeterminato” e non più esterno della Provincia.
Ma passiamo al D.P.P. n. 20064/2018 del 12/10/2018: con questo decreto, il presidente Kompatscher revoca nuovamente l’incarico a Zerzer. Con lettera dell’11/10/2018, Zerzer in accordo con l’assessore Theiner, comunica il recesso da Direttore del Dipartimento Sviluppo del Territorio, Ambiente ed Energia appena dieci giorni dopo la nomina da parte di Kompatscher.
A questo punto, potremmo provare a immaginare le motivazioni di un simile “volteggio” di nomine/dimissioni/rinomine, non certo illegittime, ma che certamente sollevano una questione di utilità: la nuova revoca di Zerzer poteva essere necessaria ai fini del nuovo incarico di Generaldirektor che avrebbe assunto il 02/10/2018?
(con delibera n. 1007, in quanto l’art. 3bis, comma 11, del Decreto Legislativo 502/92, prevede che “La nomina a direttore generale, amministrativo e sanitario determina per i lavoratori dipendenti il collocamento in aspettativa senza assegni e il diritto al mantenimento del posto”.)
L’ipotesi che tale revoca sia servita a salvaguardare il futuro lavorativo di Zerzer prende prepotentemente corpo, e si avvalora se si pensa che proprio in caso di decadenza dal nuovo incarico di direttore dell’ASL AA a causa di tutte le contraddizioni evidenziate, Zerzer comunque si ritroverebbe con una posizione in seno all’amministrazione provinciale a tempo indeterminato, posizione alla quale ancora non riusciamo a capacitarci di come sia riuscito ad accedere in sole 24 ore e senza uno straccio di concorso.
Se Zerzer cadrà, lo farà comunque in piedi? Questo è il dilemma.
Non ultima, resterebbe la questione del possesso o meno da parte del dg, di un certificato di formazione manageriale in campo sanitario (ovvero Corso di Formazione manageriale per i Direttori Sanitari Aziendali ed i Direttori di Unità Organizzativa Complessa di Aziende ed Enti del Servizio Sanitario) o in alternativa di un titolo di studio in materia di gestione, ottenuto all’estero e valutato dalla commissione competente del Paese di provenienza ai sensi dell’articolo 46/ter della legge nazionale del 5 marzo 2001, n. 7.
Nel caso di mancato possesso del documento atto a certificare la frequenza e l’ottenimento dell’attestato richiesto, ma in presenza nel contempo di una dichiarazione ufficiale del suo conseguimento, ad aggravare la situazione di Zerzer ci sarebbe a questo punto non solo l’autocertificazione di un corso che non ha mai frequentato ma peggio, di un titolo che non ha mai ottenuto ma che tuttavia rappresentava una precondizione essenziale per renderlo, ancora una volta, idoneo alla candidatura per il ruolo di direttore generale dell’Azienda sanitaria.
Nel caso malaugurato fosse così (ma noi auspichiamo il contrario) potremmo parlare dell’ipotesi di falsa dichiarazione in atto pubblico e violazione dell’articolo 496 del Codice penale. In una sola parola: reato.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Bolzano, c’è infine anche il rinnovo del servizio assicurativo sulla responsabilità dei medici per colpa grave.
Come già anticipato in un nostro precedente articolo Impicci, proroghe, rappezzi e impunità: l’Asl alla saga dei rinnovi assicurativi (è già leggenda) quello del rinnovo dell’assicurazione sulla responsabilità civile del servizio medico e la relativa copertura per colpa grave si preannuncia come un’altra delle questioni esplosive su cui si sta concentrando l’attenzione del pubblico ministero Igor Secco.
Uno scherzo dalle implicazioni fatali che qualche mese fa, fece ignobilmente rotolare la testa dell’ex direttore generale della Asl altoatesina, Thomas Schael.
In ballo ci sarebbe anche la liceità di un contratto da più di 7 milioni concordato telefonicamente in un filo diretto tra Bolzano e Vienna: vi ricordate quando all’inizio dell’estate scorsa ci fu quella bagarre misto politico/amministrativa circa la polizza assicurativa, che copriva i rischi dell’Azienda Sanitaria?
Allora si parlava di una polizza in imminente scadenza e per il cui rinnovo nessuno aveva fatto nulla, tanto da scomodare Arno Kompatscher, che con una telefonata strategica in meno di dieci minuti raggiunse un accordo con la compagnia assicuratrice Uniqa, riuscendo a strappare in extremis un contratto annuale, così da salvare la faccia e la reputazione dell’Azienda Sanitaria, quella che sarebbe dovuta diventare “un modello da esportare in tutto il mondo” (cit.).
Resta infine il collegamento tra l’assicurazione degli ospedali e l’assicurazione personale dei medici: poiché in entrambi i casi è stata utilizzata per anni la stessa compagnia di assicurazione, si vuole ora esaminare se nell’ambito di questo accordo il servizio medico paghi o meno contributi indiretti, che devono essere effettuati dai medici personalmente (questione di cui ha parlato a lungo anche il sindacato dei medici ANAAO).
Si tratta ancora, in tutti i casi e lo ricordiamo, di indagini preliminari. E la strada per fare chiarezza si preannuncia tutta in salita.
Il ritratto di copertina proviene dalla nostra rubrica satirica e d’inchiesta “Angolo di Bellerofonte”. A breve l’appuntamento con l’ennesimo viaggio del nostro mitico collaboratore Fabrizio Pollinzi.
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