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Alto Adige

Turismo in Trentino Alto Adige: in caso di lockdown rischio fallimento per 2.908 aziende

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Se si decidesse, nell’immediato, per un secondo blocco totale delle attività, il turismo potrebbe perdere, nei soli due mesi finali dell’anno in corso, 13 milioni di arrivi e 35 milioni di presenze con una contrazione della spesa per 4 miliardi di euro.

Quasi 100 mila imprese del comparto turistico italiano, inoltre, rischierebbero il fallimento a causa di una ulteriore perdita di solidità finanziaria con una contrazione del fatturato pari a circa 23 miliardi di euro. Una mortalità imprenditoriale che si ripercuoterebbe immediatamente sul mercato del lavoro con una perdita di ben 440 mila posti, e solo nel comparto del turismo.

Segno negativo anche per le casse comunali, con mancati incassi, in soli 60 giorni, di oltre 84 milioni di euro.






Sono dati drammatici e pesanti quelli che emergono da una stima dell’Istituto Demoskopika sulla base di dati rilevati da alcune fonti quali Siope, Banca d’Italia, Istat, UnionCamere e Cerved.

L’indagine dell’istituto ha analizzato i problemi che potrebbero crearsi nel settore del turismo regione per regione in caso di una nuova chiusura totale delle attività.

Analizzando i dati provenienti da Unioncamere e dal Cerver, la banca dati delle Camere di Commercio Italiane, Demoskopika ha stimato che in Trentino Alto Adige andrebbero persi 17 mila 996 posti lavoro e 2908  aziende sarebbero a rischio chiusura.

La situazione è tragica anche sul versante della contrazione della spesa turistica. Esaminando i dati del Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici, dell’Istat e della Banca d’Italia la contrazione regionale sarebbe pari a 6 milioni 294 mila 337 euro.

I comuni trentini subirebbero inoltre gravi danni a causa della mancata entrata della tassa di soggiorno. In tutto il territorio italiano la contrazione della spesa pubblica arriverebbe a 445 milioni di euro e si sentirebbe la mancanza di 1 milione 345 mila arrivi.

Il governo dovrà essere pronto a tutelare imprese e lavoratori attraverso il credito d’imposta, il rafforzamento degli ammortizzatori o l’istituzione di un fondo per la copertura delle insolvenze o dei fallimenti.

«Il numero crescente di disdette di prenotazioni che in questi giorni stanno denunciando moltissimi operatori turistici, anche attraverso le associazioni del comparto, – dichiara il residente di Demoskopika, Raffaele Rio – rischia di compromettere ulteriormente il sistema turistico italiano già allo stremo a seguito del primo blocco totale delle attività. Un secondo lockdown genererebbe una crescente perdita di solidità finanziaria da parte delle imprese, rendendo sempre più complicata la copertura delle insolvenze e alimentando, di conseguenza, un livello maggiore del rischio di default.

Il tutto a danno di migliaia di posti di lavoro che andrebbero in fumo. Non è più tempo di soluzioni giornaliere. Lo ripeto dallo scorso mese di febbraio. Il Governo – precisa Raffaele Rio – riconosca “lo stato di calamità turistica”, lo stato di crisi e programmi finalmente un Piano di rilancio integrato del comparto turistico includendo anche proposte e risorse delle istituzioni ai vari livelli, a partire dalle Regioni.

Un unico pacchetto di provvedimenti che, nell’immediato, contenga misure di azioni di tutela a imprese e lavoratori autonomi della filiera quali, ad esempio, il credito d’imposta, il rafforzamento degli ammortizzatori sociali o l’istituzione di fondo per la copertura delle insolvenze o dei fallimenti. Nel contempo, – conclude il presidente di Demoskopika – il documento strategico offra anche una visione di ripresa del turismo attraverso misure di incentivazione all’assunzione dei lavoratori, alle strategie di promo-commercializzazione nei mercati internazionali per riposizionare il brand Italia, alle politiche di scontistica dei vettori aerei per rilanciare gli spostamenti dei viaggiatori verso l’Italia».



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