Ambiente Natura
Turismo di massa deleterio, Montani propone di rimuovere dalle Dolomiti il marchio “Patrimonio Unesco”
La polemica si accende dopo le dichiarazioni del presidente del Cai, Antonio Montani, che ha lanciato una provocazione: “Togliamo il marchio del Patrimonio Unesco dalle Dolomiti”. La sua affermazione ha suscitato un dibattito acceso, soprattutto dopo che, interpellato da un giornalista de L’Adige, Montani ha ammesso che il marchio Unesco ha effettivamente incrementato il turismo, ma ha anche evidenziato che il Patrimonio Unesco non è stato concepito solo per promuovere il turismo.
Montani ha ragione: gli effetti del turismo di massa sono evidenti. Val di Fassa, Cadore, Dolomiti di Sesto, Ampezzano… sono solo alcune delle località dove si registrano ore di code in macchina e sentieri affollati. Una pressione turistica senza precedenti che sta degradando gli ambienti naturali e il senso stesso di andare in montagna.
Stefano Zannier, presidente Dolomiti Unesco, ha replicato alle dichiarazioni di Montani: “Chi arriva attratto dai valori universali riconosciuti dall’Unesco è spesso un turista informato e consapevole”. Tuttavia, Zannier ha aggiunto che essere nella lista Unesco è uno strumento di tutela, un’affermazione che ha sollevato ulteriori critiche. È stato ricordato che l’Unesco non ha alcun potere di vincolo e l’unica leva è la minaccia della revoca, applicata solo tre volte su oltre 1200 siti al mondo (Porto di Liverpool, Dresda, Orice).
Inoltre, ci si chiede come l’Unesco abbia agito per evitare i disastri in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, se davvero fosse uno strumento di tutela.
Non bisogna nascondersi dietro un dito: il riconoscimento del Patrimonio dell’Umanità è come una potente firma-brand che fa gola all’industria del turismo. L’Unesco funziona come le griffe della moda, e il patrimonio riconosciuto con la definizione “dell’Umanità” si trasforma in un valore di mercato per chi fa affari d’oro.
In uno dei primi comunicati della Fondazione si leggeva: “Essere titolari del marchio Unesco per le Dolomiti permetterà anche di valorizzare ulteriormente le eccellenze della zona che sono l’ospitalità, l’enogastronomia ed i servizi per il turista”. Tuttavia, è stato ‘dimenticato’ che le Dolomiti rientrano nel patrimonio dell’umanità solo per le rocce della parte apicale.
A distanza di 15 anni dall’ingresso delle Dolomiti nella lista (26 giugno 2009), qual è il bilancio? Davvero le Dolomiti e Venezia ricevono benefici dall’essere nella lista del patrimonio Mondiale? O non è forse il contrario, che l’Unesco trae gran lustro dall’avere questi luoghi tra le sue stelle più luminose?
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