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Alto Adige

Tamponi ai bambini, Fermanelli e Nero (FdI): “Gli insegnanti non sono infermieri”. Il no del Dipartimento Scuola

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C’è chi ha scambiato per caso, gli insegnanti delle scuole primarie per infermieri? I docenti vorrebbero poter insegnare in pace. Gli insegnanti non sono né segretari, né infermieri, né assistenti sociali e né psicologi, altrimenti avrebbero studiato per fare ciò ed invece hanno studiato per fare i docenti“.

Lo comunicano in una nota Simona Fermanelli del Dipartimento Scuola e Istruzione Trentino Alto Adige e Ilenia Nero, Consigliera uscente di Fratelli d’ Italia per il comune di Merano.

Ieri (1 marzo ndr) in un webinar con il corpo insegnante, l’Asl, attraverso il dott. Patrick Franzoni, ha presentato alle scuole un nuovo piano. Prendendo a modello una proposta austriaca si vorrebbero coinvolgere tutte le scuole primarie dell’ Alto Adige in un test nasale rapido per bambini. Questi ultimi, a detta dell’esperto, sarebbero in grado di auto-testarsi mediante tampone. Il progetto partirà già questo giovedì, in 15 scuole pilota, in fretta e furia, senza nessun rispetto per tutti i soggetti coinvolti (bambini, genitori e docenti ecc.) e avvisati solo all’ultimo momento.






Nel suddetto piano per il personale docente è stata presentata la procedura per l’esecuzione del test in auto-somministrazione: secondo gli esperti i bambini dai 6 ai 10 anni dovrebbero inserirsi il tampone nel naso e girare più volte in entrambe le narici, mentre l’insegnante dovrebbe occuparsi del liquido da inserire nelle provette, riprendere il tampone e verificare sulle piastrine la negatività o la positività del bambino.

Tutto questo con gli altri alunni in classe. Calcolando una media di venti bambini per classe e i 5/6 minuti stimati per l’operazione va da sé che verranno utilizzati almeno 100 minuti di lezione. Ora, in questo lasso di tempo in una classe di scuola primaria, potrebbe accadere di tutto, perché l’insegnante non potrebbe né fare lezione, né controllare adeguatamente il comportamento degli altri bambini, in quanto impegnata nelle operazioni di tampone. In caso di incidente chi risponderebbe all’accaduto?

Molte sono le domande che lasciano perplessi gli insegnanti, per non parlare dei possibili contagi durante le operazioni. Il materiale medicale dove andrebbe gettato e quali figure dovrebbero ritirarlo? I bambini verrebbero sottoposti a questa tortura per ben due volte a settimana e, in  caso di positività, il bambino dovrebbe sottoporsi ad un altro test più affidabile.

Gli insegnanti perplessi più volte hanno chiesto di avere i dati del progetto austriaco, ma non sono stati forniti. L’Asl vorrebbe testare 27774 bambini, due volte a settimana, per un costo complessivo di 22,5 milioni di euro. I genitori acconsentiranno ai loro figli di auto-testarsi? 

Questo progetto è un ulteriore attacco al diritto allo studio e alla spensieratezza del bambino, che dovrebbe andare a scuola per imparare in tutta serenità e non con l’ansia e lo stress di farsi male o far male agli altri.

Non parliamo poi dell’ansia e dello stress provato dagli insegnanti nell’apprendere di essere stati trasformati in tecnici di laboratorio: ricordiamo a tutti che anche per i docenti esiste la pandemia, che quindi preoccupa moltissimo e tocca pure loro e che gli insegnanti delle scuola primarie sono in prima linea da un anno, in quanto, queste ultime, solo per pochissimi giorni sono rimaste chiuse. Perciò giù le mani dai bambini e dalla scuola“.

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