Politica
Svp contro Roma, i Verdi: “Chi versa olio sul fuoco non è degno di gestire la salute pubblica”
La Svp annuncia la ribellione al governo romano per la fase 2. Lo fa con un post su facebook dove conferma la minaccia a Roma di interrompere i rapporti di cooperazione se non si lascerà maggiore autonomia sulla politica delle riaperture e sulle decisioni economiche per la ripartenza a livello locale (Volkspartei shock si ribella a Roma: “Stop alla cooperazione con il governo”).
In previsione, il governatore Kompatscher ha anche confermato la volontà di introdurre una propria legge provinciale per l’elaborazione della fase 2.
Una presa di posizione, quella della Volkspartei (e non del consiglio provinciale) che ha sollevato diverse polemiche tra chi è d’accordo con la richiesta di maggiori competenze nella gestione locale dell’emergenza limitando il centralismo romano e chi invece accusa i vertici della Stella alpina di ‘eccessi di autonomismo fuori luogo‘.
In ultimo, dalle opposizioni parte l’invito a non lasciarsi andare allo scontro istituzionale o a pericolose fughe in avanti, come ha sottolineato il segretario provinciale del Partito Democratico Alessandro Huber.
Una questione controversa il cui esito è affidato ora ad eventuali future determinazioni del premier Conte e sulla quale intervengono anche i Verdi dell’Alto Adige.
Secondo i Gruene altoatesini l’atteggiamento di Achammer, Kompatscher e compagnia è comparabile a un ‘gioco con il fuoco‘ che “la giunta la giunta ha iniziato improvvisamente cedendo alle pressioni dei partiti di destra, di alcuni media e di alcune associazioni economiche“.
Scrive il gruppo consiliare:
“Già due settimane fa abbiamo chiesto alla Giunta provinciale di cambiare in modalità democratica ‘normale’ e di procedere alla definizione dei prossimi passi in collaborazione con tutti gli altri partiti. Le persone hanno bisogno di lavoro, le piccole aziende devono avere la possibilità di riaprire al più presto e per questo era necessario discutere con Roma.
Anche noi Verdi siamo rimasti delusi e scontenti dalle dichiarazioni del premier Conte sulla fase 2. Non denotano tanto la cautela necessaria, ma sono piuttosto il segno di un governo internamente spaccato e che trasforma il dissidio in debolezza.
Certi indugi, la mancanza di chiarezza e il proseguimento di vessazioni assurde (una fra tutte: autocertificazione) meritano tutte le critiche che in Italia sono state espresse con forza da molte parti e che in buona parte condividiamo. Anche noi ci chiediamo come faranno le famiglie con bambini a superare l’estate, come madri e padri single o come lavoratrici e lavoratori autonomi riusciranno a sopravvivere, come le aziende riusciranno a ripartire.
Ma il gioco con il fuoco che la giunta ha iniziato improvvisamente cedendo alle pressioni dei partiti di destra, di alcuni media e di alcune associazioni economiche ci sorprende e ci fa preoccupare non poco.
L’Alto Adige può e deve andare per vie autonome? Ma l’Autonomia dell’Alto Adige/Südtirol si basa sulla storia e sulla situazione particolare dei gruppi linguistici presenti nella nostra provincia. L’Autonomia non è collegata in nessun modo con la crisi da covid-19. Al contrario.
L’Alto Adige/Südtirol non ha percorsi sanitari alternativi (si pensi alle discussioni sulla riforma sanitaria di pochi anni fa), ma è parte del sistema sanitario italiano. Confiniamo con le Regioni d’Italia maggiormente colpite dall’infezione e ci troviamo su uno degli assi principali della diffusione del virus in Europa.
Anche in Alto Adige si è sottovalutata la pandemia all’inizio, ed esattamente come da altre parti si sono fatti errori. Anche l’Alto Adige si sta riprendendo lentamente proprio come altre Regioni. Il virus attraverserà la chiusa di Salorno ancora per molto tempo, e in entrambe le direzioni.
In Alto Adige/Südtirol, così come nel resto d’Italia, le persone sono deluse e l’aggressività cresce. Chi versa olio sul fuoco in questa situazione non è all’altezza della grande responsabilità nei confronti della salute pubblica (che cosa succederebbe se in Alto Adige scoppiasse una seconda ondata di contagi?) e della coesione sociale.
Ira e rabbia sono cattive consigliere, soprattutto nelle negoziazioni con il governo centrale. Dobbiamo prendere tutti i provvedimenti necessari per evitare un conflitto istituzionale paralizzante con Roma“.
Il Gruppo Verde dichiara ora di voler analizzare e valutare con grande attenzione il disegno di legge annunciato.
“L’appello subliminale del presidente Kompatscher alla coesione e all’auto-rinuncia dei diritti democratici (tra questi rientra la presentazione di una relazione di minoranza nel caso non si sia d’accordo con il disegno di legge) – dicono – non lo troviamo per nulla opportuno. Importante e necessario è invece il coinvolgimento di tutte le forze politiche e delle parti sociali.
In questo momento non abbiamo bisogno né di attacchi di rabbia, né di reazioni guidate dal panico e tanto meno abbiamo bisogno di discussioni del tipo „noi siamo speciali”, ma abbiamo bisogno di menti lucide e competenti in grado di negoziare.
Sosteniamo con tutte le forze ogni azione e iniziativa che sia ben ponderata e mirata. Per trovare tutti insieme, passo dopo passo e in sicurezza una quotidianità con il virus“.
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