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Strage di Cima Vallona, celebrati i 55 anni. Urzì: «Scandalosa assenza delle autorità provinciali e regionali»

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55 anni dalla strage secessionista di Cima Vallona in cui vennero uccisi quattro militari di pattuglia. E se in Alto Adige ancora viene rigettata dalle istituzioni locali l’ipotesi di istituzione di un luogo della memoria delle vittime, in Veneto, a San Nicolò di Comelico, a pochi passi dal confine altoatesino, la celebrazione dell’anniversario ha visto l’adesione di diverse centinaia di persone. A cappella Tamai il momento solenne promosso da comune di San Nicolò e ANA.

La presenza ufficiale di Alessandro Urzì, come consigliere provinciale e regionale, è stata generosamente sottolineata nel corso della celebrazione come simbolicamente di valore morale per una comunità che ancora oggi piange le sue vittime nella totale indifferenza delle autorità provinciali di Bolzano e regionali.

Il fatto è stato sottolineato dai promotori istituzionali e dall’intervento appassionato dell’On. Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, che ha accennato al silenzio da parte delle istituzioni regionali anche alla richiesta dello stesso Urzì di ottenere, nella sua veste di membro dell’ufficio di presidenza della Regione, il titolo per potere intervenire ufficialmente in rappresentanza della Regione. Silenzio, come detto, quello ottenuto dal presidente del consiglio regionale Noggler.






La strage del 25 giugno 1967 accadde durante una perlustrazione di una pattuglia intervenuta sul luogo di un abbattimento di un traliccio. La zona era stata minata vigliaccamente e le esplosioni causarono le quattro vittime, il capitano dei carabinieri Francesco Gentile (ricordato solo da una caserma a Bolzano), il sotto tenente paracadutista Mario Di Lecce, il sergente paracadutista Olivo Dordi e l’Alpino Armando Piva.

Presenti diversi familiari delle vittime ma anche cittadini, autorità militari e associazioni da tutto il Veneto ed alcune rappresentanze istituzionali della Polizia anche  da San Candido.

Urzì tornerà a sollecitare entro il prossimo anniversario l’istituzione di un luogo della memoria anche in Alto Adige ed a richiedere ufficialmente che le istituzioni provinciali e regionali facciamo il loro dovere di rappresentanza ufficiale a San Nicolò di Comelico in queste circostanze superando l’incomprensibile e inammissibile rimozione della memoria legata alla fase più cruenta dell’aggressione terroristica dell’Alto Adige. La segreteria del consigliere regionale e provinciale  Alessandro Urzì.



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