Economia e Finanza
Sinigo, artigiani: “L’areale Solland Silicon diventi chance per le PMI”

“L’areale Solland Silicon di Sinigo non deve rimanere inutilizzato come un monumento industriale abbandonato, ma può essere riqualificato e diventare chance di sviluppo per le micro, piccole e medie imprese e quindi fonte di ricchezza e nuova occupazione per la città di Merano”.
La CNA-SHV Merano-Burgraviato prende posizione sul futuro del sito industriale, definitivamente chiuso da fine maggio per l’esito negativo dell’asta fallimentare e con il licenziamento degli ultimi 70 dipendenti rimasti, rispetto agli oltre 300 di dieci anni fa.
“La Memc, nel 2009, investì con i migliori propositi 190 milioni di euro per realizzare un grande impianto di silicio policristallino per il fotovoltaico – sottolinea Paolo Ferrazin, portavoce di CNA-SHV Merano-Burgraviato – anche con l’aiuto finanziario della Provincia a sostegno dell’innovazione.
Oggi dobbiamo prendere atto che si è trattato di un piano industriale finto male, senza ricadute positive per il territorio e per le piccole imprese dell’indotto.
Non ha più alcun senso insistere nel tentativo di rianimazione industriale, ma occorre pensare al piano B. Riteniamo che Provincia e Comune, responsabili adesso della sicurezza dell’impianto e della bonifica dei terreni, debbano rilevare congiuntamente l’area e, dopo gli opportuni lavori di riqualificazione, metterla a disposizione di micro, piccole e medie imprese dei settori produttivi come quelle dell’artigianato tradizionale e innovativo, ma anche dei servizi e della piccola industria.
Sarebbe opportuno creare in quest’area una succursale del NOI Techpark legata alle vocazioni del territorio meranese e con un ruolo anche di incubatore di imprese in sinergia con analoghe attività del Comune”.
Secondo Ferrazin questo passaggio è cruciale “per gettare le basi di un nuovo sviluppo produttivo di Merano, trainato dalle PMI locali, con la possibilità di creare più posti di lavoro di quelli che si sono persi.
Fondamentale – aggiunge il portavoce della CNA-SHV meranese – sarà la riqualificazione dei lavoratori ex Solland Silicon, il cui know how non deve essere disperso, semmai arricchito di competenze in linea con le figure richieste dal mercato del lavoro locale e dal futuro polo produttivo.
Anziché spendere soldi per il mantenimento della sicurezza di un impianto senza futuro, si devono agevolare la nascita di startup, l’espansione di imprese esistenti, lo sviluppo di un nuovo tessuto produttivo che darà lavoro, pagherà tasse e creerà ricchezza”.
Sotto, Paolo Ferrazin, portavoce di CNA-SHV Merano-Burgraviato
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