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Alto Adige

Sicurezza nei locali pubblici: “Pronti a collaborare, ma servono aiuti concreti”

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“Siamo pronti a fare la nostra parte per la sicurezza pubblica, ma chiediamo che anche le amministrazioni ci supportino per essere più efficienti”. Con queste parole Mirko Bertoldi, funzionario di Confesercenti responsabile dei pubblici esercizi, interviene sul dibattito riguardante le linee guida introdotte dal decreto del Ministero degli Interni per la sicurezza. Un tema cruciale, che vede coinvolti bar, ristoranti e discoteche, chiamati a bilanciare esigenze di sicurezza con quelle economiche.

Bertoldi e i rappresentanti della categoria hanno analizzato con attenzione le proposte contenute nel decreto, che si concentrano principalmente su due aspetti: l’installazione di telecamere di videosorveglianza e il miglioramento dell’illuminazione nelle aree di attività. “Prospettive che vanno accolte con interesse, certo, ma che rischiano di trasformarsi in un peso per gli imprenditori se non saranno accompagnate da adeguati sostegni economici”, sottolinea Bertoldi.

Secondo il funzionario, infatti, è fondamentale che le amministrazioni pubbliche si impegnino concretamente attraverso contributi finanziari, progetti condivisi e crediti di imposta più ampi. “Ad esempio, per le telecamere è già previsto un credito d’imposta, ma copre solo il 50% della spesa. Bisognerebbe estenderlo anche all’illuminazione e aumentare la percentuale coperta. È necessario che ci sia una vera e propria mano tesa da parte delle istituzioni”.






Bertoldi evidenzia come il tessuto economico altoatesino, caratterizzato da una prevalenza di pubblici esercizi, non sia particolarmente esposto a chiusure per problemi di sicurezza. Tuttavia, queste realtà potrebbero comunque svolgere un ruolo utile nella prevenzione e nel controllo, a patto che le richieste avanzate dal decreto non si traducano in ulteriori oneri per i gestori.

Un altro punto cruciale riguarda l’introduzione di un codice di condotta nei locali e il controllo dell’età degli avventori, per identificare eventuali ospiti minorenni. “Sono misure applicabili solo all’interno di bar, ristoranti e discoteche”, spiega Bertoldi, che tuttavia pone l’accento sulla necessità di definire protocolli chiari e facilmente gestibili. “Siamo disponibili a collaborare con le forze dell’ordine per creare un piano operativo anche in Alto Adige”, afferma. Ma insiste: “La sicurezza è un bene comune, e come tale deve essere garantito da chi ha le competenze e le risorse per farlo”.

L’appello finale è chiaro: il settore è pronto a fare la sua parte, ma non può essere lasciato solo ad affrontare i costi e le responsabilità di un tema così delicato.

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