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Alto Adige

Settimane enoculturali, loghi solo in tedesco, la protesta di Urzì

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L’Azienda turistica di Appiano, che organizza le “settimane enoculturali”  dispone  di un logo in lingua italiana, ma la scelta del logo più appropriato ai fini di una comunicazione efficace spetta direttamente al comitato organizzatore delle settimane enoculturali.

L’associazione turistica Appiano utilizza il logo italiano qualora ciò sia opportuno dal punto di vista della strategia di marketing.”

Lo comunica l’assessore provinciale al Turismo Arnold Schuler rispondendo ad un’interrogazione di Alessandro Urzì (FdI) che aveva segnalato come sull’invito alla manifestazione erano presenti il logo dell’Azienda turistica di Appiano e della frazione di San Paolo esclusivamente in lingua tedesca.






Urzì aveva quindi chiesto se l’Azienda turistica di Appiano disponesse anche di un logo bilingue e/o in lingua italiana, perché la stessa organizzazione non garantisca  anche  l’uso della lingua italiana nei propri loghi e come la Giunta provinciale intendesse intervenire per garantire, in caso di percezione di contributi pubblici, la riconoscibilità bilingue del territorio comunale promossa attraverso loghi plurilingui.

L’assessore Schuler ha confermato che l’Azienda turistica di Appiano riceve contributi pubblici ai sensi dell’art. 12 della legge provinciale 15/2017  e che per l’anno 2022 ha ricevuto un contributo pari a euro 47.390; inoltre la stessa risulta essere  destinataria delle tasse di soggiorno.

Il comitato organizzativo dellesettimane enoculturali” fino al 2019 ha ricevuto contributi pubblici per un importo annuale di 6.000 euro, di cui 3.000 euro da parte della Area Funzionale Turismo e 3.000 euro da parte dell’Ufficio Commercio e servizi, mentre negli ultimi 3 anni (2020-2021-2022) non ha ricevuto alcun contributo pubblico.

Secondo l’assessore Schulerla riconoscibilità bilingue del territorio comunale è rispettata attraverso l’uso del logo italiano e dei loghi con sottotitoli bilingui”.

Sarcastico il consigliere Urzì: “se i loghi in lingua italiana fossero effettivamente utilizzati, avrebbe ragione Schuler a sostenere che sono sufficienti a garantire la riconoscibilità bilingue del territorio, ma nella realtà questo avviene sempre più di rado  e quello degli inviti alle “settimane enoculturali” e solo uno dei tanti esempi della volontà  di eludere e cancellare la rappresentazione bilingue della nostra terra”.

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