Società
Sette religiose e culti esoterici: cosa sono, come funzionano e che rischi configurano?
È di pochi giorni fa la notizia della maxi operazione con cui la Squadra Mobile di Novara ha fatto luce sulla cosiddetta “Setta delle bestie”, una organizzazione che per 30 anni ha manipolato, abusato e ridotto in schiavitù decine di persone, tra queste anche minorenni, utilizzando tecniche di persuasione e manipolazione comuni a diverse organizzazioni esoteriche.
Abbiamo chiesto al Dr Michele Piccolin, psicologo forense e referente dell’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica per il Trentino Alto Adige, quali sono le caratteristiche, i meccanismi e le conseguenze tipiche del reclutamento di un individuo da parte di una setta.
Gentile dr Piccolin, che cos’è una setta, come funziona e che diffusione ha attualmente il fenomeno in Italia?
Una setta è una organizzazione piramidale con al vertice un leader, coadiuvato da una casta più o meno ampia di fedeli selezionati e con alla base uno stuolo di seguaci e neofiti. In altre parole, un gruppo di persone che professa una dottrina politica, filosofica, religiosa alternativa o contrastante alla maggioranza degli individui di una società Un gruppo i cui fini possono essere tra i più vari, potendo andare dalla ricerca spirituale e mistica, alla creazione di nuovi tipi di società o semplicemente all’adorazione di un santone o Guru anche se, come cronaca insegna, non di rado si possono individuare anche intenti francamente criminali.
La società attuale, abilissima nel soddisfare i bisogni materiali degli individui, spesso non pare in grado di fornire risposte soddisfacenti ai bisogni spirituali, mistici e pulsionali delle persone ed è proprio sfruttando queste mancanze che i fedeli di una setta avvicinano e reclutano nuovi adepti. Attualmente infatti dati non ufficiali raccolti dalle associazioni anti-setta individuano circa un migliaio di organizzazioni settarie attive nel nostro paese con un giro di adepti di circa un milione di individui, tra cui molte donne e bambini.
Come mai le persone che aderiscono ad una setta compiono atti che da sole nemmeno immaginavano?
Già Freud rilevava come l’individuo posto in gruppo mostri un allentamento dei meccanismi repressivi che controllano le sue tendenze inconsce. Nella setta, cosi come in altre forme di congregazione più o meno magica ed esoterica, la persona pare infatti regredire, indebolendo il funzionamento del proprio Sé a vantaggio di una identità di gruppo che può spingerla a fini positivi, di elevazione e disciplina spirituale, così come ad esprimere pulsioni aggressive, erotiche ed emotive che il singolo soggetto difficilmente avrebbe agito nella sua individualità.
Come avviene il processo di manipolazione mentale attuata dalle sette?
Il processo avviene gradualmente. Si possono infatti distinguere diverse fasi a partire da quella di reclutamento, mirato a persone in frangenti difficili, con carenze affettive o recentemente traumatizzate, per continuare con l’iniziale avviamento e somministrazione della dottrina.
In questa fase i neofiti, attraverso intense frequentazioni che diventano via via più esclusive, giungono a sviluppare la convinzione di aver dato una svolta decisiva alla propria vita e di avvicinarsi gradualmente alle risposte che hanno sempre cercato. Man mano che l’indottrinamento procede la setta tende a cancellare vieppiù l’identità passata dell’nuovo membro chiedendogli di “tagliare i ponti” con familiari e affetti e puntando a sviluppare una nuova identità che coincide sempre più con quella proposta e voluta dalla setta.
Con tempistiche individualizzate e gestite dai vertici della setta i singoli adepti vengono cosi radicati progressivamente nel gruppo quindi fidelizzati attraverso l’offerta di apparente sicurezza e mancanza di problemi. La setta solleva così gli individui dal dover pensare a sé stessi, dona loro nuove sicurezze, poteri e responsabilità e li conduce gradualmente alla rimozione della realtà che li circonda arrivando, una volta che l’identità di adepto sia ben consolidata, anche ad isolare fisicamente i propri membri, costituendo comunità chiuse ed appartate. È infatti attraverso l’isolamento che, più facilmente, si stabilisce un controllo totale sui membri del gruppo.
Quali sono le caratteristiche che rendono una setta «pericolosa»?
Gli elementi che maggiormente determinano la pericolosità di un gruppo settario possono essere individuati nel totalitarismo del leader, nella presenza a suo carico di elementi di particolare perversione, psicopatia e antisocialità, nella capillarità del controllo dei comportamenti, delle relazioni sociali e del patrimonio dei seguaci, nella tendenza all’isolamento fisico della comunità, nell’uso di droghe e chiaramente nell’adozione di rituali che prevedano il ricorso a violenza fisica e/o sessuale.
Perché non è facile uscire da una setta?
Gli adepti che sono riusciti a lasciare una setta riferiscono della radicale trasformazione che hanno dovuto operare per recuperare e/o mantenere la loro identità e la loro libertà di pensiero resistendo a stratagemmi che prevedevano tecniche di love bombing, di shaming, di progressiva diminuzione della privacy, di controllo alimentare, di ipnosi mirata, di meccanismi di rinforzo con premi e punizioni somministrati pubblicamente, di canti e nenie ricche di messaggi subliminali nonché di ricatti, minacce ed esami e valutazioni spirituali atte a più precisamente scatenare paure e sensi di colpa in coloro che osassero manifestare l’idea di abbandonare la setta.
Ma quali sono le conseguenze dannose che tali trattamenti possono lasciare a livello psichico?
Il panorama è potenzialmente vario e dipende da intensità e durata del “trattamento” ricevuto come anche dalla presenza di adeguati meccanismi di difesa psichica delle vittime coinvolte. Potenzialmente però le conseguenze dannose possono essere anche di gravità estrema.
Sono presenti infatti casi di suicidio commesso per porre fine alle persecuzioni degli ex confratelli e anche a livelli di gravità più contenuti si possono tecnicamente prospettare danni psichici in grado di comportare invalidità maggiori, con instaurarsi più o meno permanente di sindromi ansiose, fobiche, deliranti, paranoidee, eventualmente complicate dalla presenza di sintomatologia posta traumatica in collegamento ad eventi subiti e chiaramente minacciosi per la propria integrità fisica o libertà sessuale.
Per questo motivo è importante garantire adeguato supporto psicologico a coloro che stiano tentando di uscire da un culto settario come anche alle vittime involontarie di rituali esoterici che, anche quando non sono fisicamente violenti, possono lasciare cicatrici importanti nella psiche dei partecipanti.
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