Alto Adige
Sereni a cena? No. A Bolzano controlli nei ristoranti alle 21.55. Gli esercenti chiedono buon senso
“Cinque minuti di buon senso“. È quello che chiedono i titolari del ristorante Il Torchio di via Museo a Bolzano in relazione al coprifuoco fissato alle 22. Nessuna discussione sulla liceità o meno della disposizione ma un margine minimo di tolleranza nella sua applicazione. Senza mettere a rischio la sicurezza.
“Non chiediamo – spiegano Ivan e Willy Waldner – la modifica di una regola che, comunque, ci penalizza in modo evidente. E in modo pesante. Quello che facciamo presente è la necessità di una maggiore morbidezza. Trovandoci vicino a piazza Erbe abbiamo le forze dell’ordine spesso in presidio ed è capitato che alle 21.55 siano arrivate dai clienti al tavolo intimandoli di fare in fretta perché le 22 si avvicinavano. Si tratta di persone adulte o famiglie che semplicemente stavano aspettando di finire il pagamento del conto al tavolo oppure si sono attardate in bagno. Nessuno appena seduto o in attesa di mangiare. Un minimo di elasticità andrebbe messa in campo“.
Alle 22, però, bisogna essere a casa. “Allora perché ci permettono di stare aperti fino alle 22? O i clienti si volatilizzano a casa oppure un minimo di tolleranza è implicita. Ripetiamo: non si tratta di situazioni al limite con molta gente con il bicchiere in mano, magari assembrata. Sono persone che è palese che dopo pochi minuti si dirigeranno a casa. Se ci mettono dieci minuti in più è probabile che non ci sia alcun aumento del rischio di contagio. Il decreto nazionale prevede per noi la chiusura alle 22 e non parla di interventi delle forze dell’ordine alle 21.45 per sollecitare i clienti ad andarsene. Sembra solo uno spiacevole inconveniente ma per noi, purtroppo, può anche rappresentare un motivo perché i clienti non ci scelgano più“.
Una richiesta che viene condivisa da Confesercenti Alto Adige con le parole della responsabile della categoria dei pubblici esercizi Elke Moeltner. “Penso che la tolleranza di qualche minuto, a fronte di situazioni che non sono preoccupanti o rischiose per la diffusione del contagio, sia auspicabile oltre che tollerabile. Gli esercenti hanno passato lunghi mesi di difficoltà e la maggioranza di loro si impegna davvero tanto per rispettare tutte le disposizioni. In contesti oggettivamente non pericolosi, in relazione alla ratio normativa delle disposizioni, crediamo si possa avere un atteggiamento di buon senso“.
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