Politica
Scuole chiuse, Oliveri e Lavorgna: “Chi aiuterà i genitori ad accudire i minori?”
Chi aiuterà i genitori ad accudire i minori con la chiusura anticipata delle scuole che ovviamente non riprenderanno prima di settembre? Se lo chiedono i rappresentanti bolzanini di L’Alto Adige nel cuore Rosanna Oliveri e Valerio Lavorgna.
«Ad oggi si è pensato, sia a livello statale che provinciale, a salvaguardare la liquidità delle famiglie attraverso bonus per i servizi di baby-sitting e prestiti a tasso agevolato – afferma Lavorgna, consigliere di Circoscrizione Gries – San Quirino – . Ciò che si rischia di non salvaguardare è il diritto al lavoro.
Famiglie con entrambi i genitori occupati o composte da genitori single che non possono contare sull’aiuto di parenti o amici per accudire i propri figli si trovano già in grosse difficoltà.
I 15 giorni di congedo straordinario al 50% della retribuzione sono insufficienti per far fronte ad una situazione che si protrarrà quantomeno fino a settembre. Nel caso in cui il Governo non dovesse elaborare qualche nuova misura, dovrà farlo la Provincia».
Rosanna Olivieri, appartenente alla Commissione provinciale per le Pari opportunità: «La chiusura delle scuole e delle attività estive fino a settembre rappresenta un bel grattacapo per le famiglie con entrambi i genitori occupati o con genitori. A chi lasciare i bambini?
Chi ha la fortuna di avere i nonni è restio a chiamarli in causa per non esporli al rischio contagio. Ad oggi i provvedimenti del Governo a favore dei genitori che lavorano sono davvero limitati e per nulla risolutivi: si parla di 15 giorni di congedo parentale straordinario al 50% o, in alternativa, un bonus baby-sitter di 600 euro lordi per nucleo familiare, senza considerare il numero di figli e quindi per tutti i figli.
Tutto questo dal 24 febbraio fino a minimo i primi di settembre. Credo sia del tutto evidente che si debba dare un maggiore sostegno alle famiglie. Chi lavora e produce va incentivato e non ostacolato. Non è assolutamente condivisibile che in molte famiglie uno dei due genitori, nella maggior parte dei casi è molto probabile che sia la madre, debba lasciare il lavoro per accudire i figli“.
Dalle statistiche Istat dello scorso anno è emerso che il 31,5% delle donne disoccupate non cerca lavoro per motivi legati alla maternità e alla cura dei figli e il 28% delle stesse ha lasciato il lavoro per gli stessi motivi negli ultimi 7 anni. Non vogliamo che questa percentuale salga.
“Non si può pretendere di far ripartire il Paese mettendo in ginocchio le famiglie, cosa che avverrà se uno dei due genitori dovrà temporaneamente o definitivamente lasciare il lavoro“, conclude Oliveri.
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