Alto Adige
Scuole Archimede, Della Ratta: “Costi attualmente troppo alti, ma nessuna perdita dei fondi”
Sulla bocciatura dello studio di fattibilità del progetto di ristrutturazione delle Scuole Archimede/Longon è tornato a parlare il consigliere comunale Claudio Della Ratta (Lista Zanin), che ha riaffermato quanto già detto in precedenza: “Costi troppo onerosi”.
“Ci tengo a precisare, – ha poi sottolineato il consigliere – che maggioranza e opposizione hanno nel tempo votato compatti per i progetti scolastici, anche quelli portati alle ultime sedute. Infatti sono stati da poco approvati all’unanimità i progetti Ada Negri e Scuola materna Prati di Gries, perché vogliamo tutti, nel limite del possibile, scuole di qualità a Bolzano.
Il fatto che il progetto non abbia convinto tanti in aula (19 consiglieri sui 36 presenti) dovrebbe essere tenuto in considerazione. Alla fine si è chiesto solo di rivedere e migliorare lo studio di fattibilità (non era il progetto esecutivo) considerato anche che i lavori dovevano partire tra due anni e che il tempo per migliorarlo c’è tutto (oltre, si auspica, per ridurre l’esborso pubblico).
I fondi, come impropriamente riportato da qualche dichiarazione politica di parte, non si perdono (sono nel bilancio comunale) e il progetto si farà visto la sua assoluta necessità.
Prima di spendere 54 milioni (cinquantaquattromilioni) di soldi pubblici è necessario essere estremamente convinti.
Questo episodio dà forse però l’occasione per affrontare il tema dell’eccessivo costo dei lavori pubblici in Alto Adige.
Ormai nei lavori pubblici, in particolare nell’edilizia scolastica, stiamo assistendo a spese folli (causa anche le tabelle ed i prezziari provinciali).
L’orientamento pedagogico di questi ultimi anni porta in generale ad un considerevole aumento delle plani-volumetrie rispetto a quelle normalmente necessarie. Questo ovviamente comporta un significativo aumento dei costi, che a lungo andare forse non potremmo permetterci.
Recentemente abbiamo visto progetti di milioni di euro (35 milioni per le scuole von Aufschnaiter, 27 milioni per le Ada Negri, 22 milioni per la prossima scuola di via Bari, che servirà solo 16 classi), che in passato sarebbero costati molto meno e sarebbero stati comunque decorosi (pare non si progetti più una scuola, ma una “Spa”).
Dobbiamo porre dei limiti per trovare il giusto compromesso tra reali esigenze per garantire la miglior didattica e “vita scolastica” e interventi migliorativi non indispensabili.
Nei gruppi di lavoro che orientano le scelte relative ai nuovi istituti, i rappresentanti della scuola hanno legittimante molto ascolto, spalleggiati dagli studi professionali che ovviamente sostengono in generale ogni incremento dell’opera. Giusto ascoltare chi deve “abitare” la scuola, ma con estrema attenzione all’ipotetico “superfluo”.
Se devo acquistare un’abitazione, cerco di trovarne una che abbia cucina, due camere, bagno, balcone e possibilmente un salotto. La devo pagare io e la cerco in base alle mie possibilità. Se l’abitazione me la pagasse un benestante parente stretto e mi chiedesse come la vorrei, oltre a quanto sopra riportato, penserei come minimo ad un secondo bagno, ad un ulteriore balcone o meglio terrazza, a camere ampie e soleggiate, ad una stanza per ogni bimbo più magari una hobbyraum, ad uno studiolo per il sottoscritto, ad una cameretta per i lavoretti di mia moglie o per stirare con maggiore spazio a disposizione , etc. Ecco, magari fermarsi al secondo bagno ed al secondo balcone, e forse ad un’altra stanza, rappresenta meglio l’idea di come intervenire nelle scelte legate ai nuovi istituti scolastici.
Tante richieste sono utili e legittime, ma sono estremamente costose e vanno ben ponderate in merito alla effettiva necessità.
Se un municipio spende quasi tutti i fondi riservati agli investimenti, per l’edilizia scolastica (perché esageratamente costosa), non rimangono più fondi per le altre opere comunque utili alla collettività, quali ad esempio la riqualificazione energetica degli edifici, gli impianti sportivi (ne abbiamo alcuni che cadono a pezzi), gli interventi strutturali per le infrastrutture, quali la mobilità o per le condotte dell’acqua (che vede circa il 30% di dispersione) , etc.
In sintesi, ogni amministratore dovrebbe operare come un buon padre di famiglia, facendo le spese necessarie con attenzione alle proprie possibilità economiche e non solo alle esigenze ed ai desideri più spinti.
Va fermata questa involontaria rincorsa all’aumento dei costi per singola struttura”.
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