Società
Scuola italiana: task force per ripartire a settembre con le lezioni
In questi giorni la scuola italiana, oltre a programmare l’avvio del prossimo anno scolastico, sta riprogettando un nuovo modello scolastico per il futuro. Per individuare le nuove modalità possibili per fare scuola in tempi di nuovo coronavirus è stata costituita una task force, un gruppo di lavoro che analizzi le possibili soluzioni e individui una strada percorribile per tutte le realtà scolastiche del territorio.
Il prossimo 4 maggio, al primo incontro della task force “La scuola ricomincia”, saranno presenti docenti e dirigenti di tutta la provincia e dei diversi gradi scolastici, l’amministrazione provinciale, gli ispettori, i genitori e gli studenti. “Fare rete è fondamentale per programmare il futuro – spiega l’assessore alla scuola Giuliano Vettorato – quando si tornerà in aula la scuola potrebbe non essere più la stessa ed è dunque importante sfruttare le tante esperienze maturate in questo periodo di emergenza”.
Il lavoro della task force
Molte le ipotesi che la task force dovrà analizzare: suddividere gli studenti di una classe in gruppi, alternando la presenza fisica e quella online, oppure tra mattina e pomeriggio; scaglionare ingressi e uscite; ruotare le classi ampliando il tempo scuola (con turni di mattina, di pomeriggio o di sabato); usare gli spazi aperti in connessione con quelli chiusi.
“Dobbiamo guardare alla questione con una prospettiva ampia” spiega il Sovrintendente Vincenzo Gullotta, “aprendo il dialogo anche agli enti locali, al mondo vivo della scuola reale e a chi le ruota intorno, per garantire misure veramente efficaci per tutti. Non dimentichiamo che la salute e l’istruzione viaggiano insieme”.
Gli esperti in campo
A collaborare con il gruppo di lavoro sono stati chiamati anche tre esperti: il professor Francesco Rivoltella, presidente e direttore scientifico del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica di Milano, il professor Dario Ianes, docente di Pedagogia Speciale, Didattica speciale, Comunicazione in situazioni difficili e Pedagogia della diversità presso la Libera Università di Bolzano nella macroarea Didattica Innovativa e Inclusiva e Bruno Martello, responsabile del Servizio di prevenzione e protezione della Provincia per le scuole in lingua italiana.
Il bilancio dei primi due mesi di emergenza Covid-19
L’assessore Vettorato e il Sovrintendente Gullotta si dicono soddisfatti di come la scuola italiana ha reagito a questa emergenza.
“La condivisione delle informazioni in tempo reale, la collaborazione fra le parti, la conoscenza approfondita del sistema normativo nazionale e locale e la volontà di rispettare le ordinanze nazionali e provinciali sono stati i criteri alla base del nostro lavoro” spiega Vettorato, a cui fa eco Gullotta: “Abbiamo tenuto costantemente aggiornati sugli sviluppi e le decisioni, sia locali che nazionali, i dirigenti, che rappresentano il nostro tramite con docenti, studenti e famiglie, attivando gli strumenti necessari a garantire il diritto all’istruzione”.
La scuola italiana, dunque, ha reagito bene ad una situazione di emergenza del tutto imprevedibile, garantendo i fondi per l’acquisto di devices elettronici, fornendo indicazioni sulla didattica a distanza, con oltre 400 proposte di attività didattica pubblicate sul sito dedicato alla didattica e formazione docenti e attivando, infine, un forum per le domande tecniche dei docenti.
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