Valle Isarco
Scene da Bronx ieri pomeriggio a Fortezza

Una ventata di Bronx, nel tardo pomeriggio di ieri a Fortezza. Una decina di ragazzotti, in evidente stato di alterazione, hanno dato in escandescenza: lotte tra di loro e danni alle cose.
Difficile capite e motivare il loro comportamento, ma sta di fatto che sono dovute intervenire due unità del radiomobile dei carabinieri di Vipiteno, per riportare ad una apparente normalità una situazione che appariva andare ben oltre il lecito.
A bocce ferme, verso le 18, si è saputo a cose fossero dovute le intemperanze: i ragazzi, una decina in tutto, festeggiavano la fine degli arresti domiciliari e la riacquistata libertà di un amico-compagno di avventure, condannato a rimanersene chiuso in casa per essere uno degli autori materiali degli attacchi a coetanei in quel di Bressanone, con tanto di rapine, danneggiamenti e aggressioni violente.
I carabinieri di Bressanone, in una complessa operazione avevano sistemato la questione, arrestando un paio di teste calde fomentatori dei fatti.
Ciò che preoccupa ora è lo scoprire che tra gli elementi del branco, o quantomeno alcuni, come novelli Dottor Jekyll e Mister Hyde, ci sono figli di imprenditori o ragazzi che hanno un lavoro regolare in zona. Tutti immigrati, tutti con due lingue in comune, il tedesco e l’italiano, con le quali comunicare.
Insomma, una improvvisa svolta di illegalità e di violenza in un paesino, che dopo essere stato la “city” (nel senso londinese del termine, ovvero un concentrato di posti di lavoro, di uffici, di attività produttive) ed aver visto un’improvvisa decadenza con l’accordo di Schengen, che ha di fatto cancellato settecento posti di lavoro ed il loro indotto, è oggi preda dell’illegalità o, quantomeno come nel Bronx newyorkese (di un tempo, oggi è quartiere iperborghese) di quella sottile linea di confine tra legalità e delinquenza.
E vengono in mente le parole del sindaco Thomas Klapfer, in occasione del consiglio comunale, nel commentare un’interrogazione di Fratelli d’Italia sul rispetto delle regole della viabilità in Piazza Stazione: “Paghiamo per la presenza della Polizia Municipale di Bressanone, che però ci assicura solo alcune ore di controllo mensili. Abbiamo cercato, senza esito, di siglare accordi coi carabinieri”. Vittime questi ultimi, aggiungiamo noi, dei tagli perpetrati negli anni alle forze dell’ordine.
E così il tranquillo e silenzioso paesino, dimenticato anche dal sole, è divenuto terra di nessuno, con i rom germanici che bivaccano dove un tempo i vagoni scaricavano le merci da mezzo mondo e dormono in quelle casupole ai margini dei binari dove sono cresciute, accanto a una stufetta, generazioni di gente perbene, con una buona parte degli immigrati di prima generazione che si spaccano la schiena col lavoro e partono la mattina presto per rientrare la sera tardi e, accanto a qualche movimento sospetto, scambi frettolosi in una stazione alla mercé del più forte, una nuova generazione di balordi, per i quali la violenza è uno stile di vita. Uno, almeno uno, è tornato in manette. Fino alla prossima.
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