Politica
Salvini, nasce la nuova Lega: via Nord e Alberto da Giussano. Discusso a Milano anche il voto in Alto Adige
Restyling della Lega nei simboli e nel contenuto. Via dalla grafica principale la parola Nord e Alberto da Giussano.
Non è sicuro se ne sia parlato proprio oggi (26 ottobre) nella riunione del consiglio federale convocato alle 13 nella sede di via Bellerio a Milano, ma la “road map” di trasformazione del Carroccio in un partito nazionale esiste ed è destinata ad archiviare definitivamente la fase ‘nordista’ di bossiana memoria anche grazie alla popolarità nazionale raggiunta dal partito nell’ultimo anno e mezzo.
I consensi registrati al Sud e nelle isole alle ultime politiche hanno regalato alla Lega un profilo più ampio.
L’ultimo ostacolo, se di tale si può parlare, rimane lo scioglimento dei nodi statutari e giuridici che permetteranno al vice premier di rinnovare il partito entro l’anno o comunque in tempo per le prossime elezioni europee (2019).
Ma Salvini sembra pronto allo storico traghettamento.
Dopo il recente successo elettorale, rinunciare per sempre al vecchio movimento, che al primo punto dello statuto aveva l’indipendenza della Padania, sarà un passaggio naturale verso la trasformazione della Lega nel futuro partito sovranista.
E sovranista lo sarà davvero. Per Statuto.
Il documento, che all’articolo 1 non parla più dell’indipendenza della Padania, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 14 dicembre del scorso anno.
La “Lega per Salvini premier è un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità la trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali“, recita l’incipit.
Nella carta fondante del partito salviniano entra in modo esplicito il sovranismo: sempre all’art.1 si sancisce che la Lega “promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo“.
Tra i soci fondatori, oltre a Matteo Salvini, ci sono il ministro Lorenzo Fontana, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il tesoriere Giulio Centemero e Roberto Calderoli.
A loro è affidata la reggenza del consiglio federale, in attesa che i congressi ne eleggano i nuovi rappresentanti.
All’ordine del giorno nella riunione di oggi del massimo organo esecutivo del partito c’era anche la questione del voto altoatesino alle ultime elezioni provinciali del 21 ottobre.
Voci di corridoio indicherebbero nello stesso Salvini il maggiore mediatore delle politiche leghiste di contrattazione in Alto Adige per la formazione dell’esecutivo provinciale con la Svp.
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