Economia e Finanza
Ristrutturazioni, bonus fiscali inutili senza cessione del credito
CNA Trentino Alto Adige valuta molto negativamente l’emendamento all’articolo 10 del Decreto Crescita, in discussione alla Camera.
“Se approvato – afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige – non risolverebbe i problemi già sollevati sulla cessione dei crediti relativi alle detrazioni fiscali per i lavori di riqualificazione energetica e per l’adozione di misure antisismiche.
Non è stata intaccata, infatti, la complessità delle procedure adottate per il riconoscimento dei benefici fiscali a chi effettua tali interventi. E rimangono inalterati i rischi per le piccole imprese di restare schiacciate dai grandi fornitori, che si qualificherebbero come ultimi acquirenti dei crediti d’imposta e potrebbero fissare i prezzi per la loro ri-cessione e per l’esecuzione dei lavori”.
“Senza contare – aggiunge il presidente regionale – che le misure virtuose istituite in regione, come l’anticipo del bonus fiscale della Provincia di Bolzano ai cittadini che ristrutturano, verrebbero minate nella loro efficacia, facendo diminuire di colpo le ristrutturazioni ed i risanamenti energetici di alloggi, edifici e condomini che, oltre alla riqualificazione del patrimonio immobiliare e ai benefici per l’ambiente, hanno portato tanto lavoro alle micro e piccole imprese dell’edilizia e dell’impiantistica”.
“Per andare incontro a chi deve sostenere i costi di ristrutturazione, spesso molto onerosi – spiega Corrarati – abbiamo proposto di cedere il credito d’imposta sulla spesa effettuata. L’attuale sistema di cessione del credito connesso alle detrazioni fiscali prevede solo la possibilità per l’impresa che esegue i lavori di acquisire il credito cedendolo a propria volta a un soggetto più grande collegato all’intervento effettuato, a esempio un fornitore di materiali.
Noi proponiamo, invece, di introdurre la possibilità di cedere il credito d’imposta direttamente alle banche. In questo modo, si eviterebbe alle piccole imprese di non essere in grado di acquisire il credito per carenza di risorse finanziarie, o di capienza fiscale, tale da consentire la procedura di compensazione”.
Nell’ultima proposta del Decreto Crescita si prospetta, invece, che l’impresa esecutrice dei lavori anticipi al cliente il credito d’imposta, connesso alla corrispondente detrazione fiscale, sotto forma di sconto in fattura con la possibilità di recuperarlo in compensazione in cinque anni.
“Con tale modalità – conclude Corrarati – non si riconoscono in alcun modo le difficoltà finanziarie e fiscali in capo soprattutto alle piccole imprese, costrette ad anticipare ingenti somme di denaro senza un immediato ritorno economico per il lavoro eseguito, pregiudicando seriamente il futuro svolgimento della propria attività economica.
Da anni stiamo conducendo questa battaglia, che vogliamo continuare. In difesa delle piccole imprese, fiaccate da una crisi lunghissima nell’edilizia. E di tutti i cittadini che dovrebbero poter usufruire di tali incentivi per tutti i lavori edili effettuati. Si finirebbe, così, anche per contribuire all’auspicata ripresa dell’economia italiana, che annovera tra i suoi principali fattori trainanti proprio l’edilizia”.
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