Economia e Finanza
Ristori, accolta la proposta di Cna: stop ai codici Ateco, aiuti e rimborsi dei costi fissi alle aziende con cali di fatturato
Il Parlamento accoglie la richiesta della CNA, inviata da CNA Trentino Alto Adige ai parlamentari della nostra regione e ai presidenti delle due Province Autonome, di modificare i criteri per i ristori superando i codici Ateco e ampliare la moratoria fiscale.
L’Aula della Camera ha anche approvato all’unanimità la risoluzione per lo scostamento di bilancio. Un passo in avanti importante che ora dovrà essere rapidamente tradotto in un nuovo meccanismo per erogare i contributi a fondo perduto.
“La risoluzione – spiega Claudio Corrarati presidente della CNA regionale – indica che nel quadro delle risorse sono da considerarsi favorevolmente le proposte volte a rafforzare l’efficacia degli interventi per il sostegno dei lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, professionisti, attraverso l’ampliamento della moratoria fiscale a tutte le attività economiche che hanno subito importanti cali di fatturato”.
Inoltre la risoluzione prevede che è “necessario avviare un confronto per la definizione di un meccanismo organico di natura perequativa che vada oltre le aree di rischio pandemico e i codici Ateco e si basi sul rimborso di parte dei costi fissi, prevedendo la possibilità di attribuire i ristori anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che non ne hanno beneficiato”.
Con la crescita dei contagi e la differenziazione delle restrizioni su base regionale, CNA aveva subito sottolineato che i meccanismi individuati nei decreti ristori non riescono a dare adeguata tutela alle imprese, autonomi e professionisti. La situazione ha reso totalmente inadeguato il meccanismo dei codici Ateco, che richiedono quotidiani aggiustamenti.
“Diventa indispensabile – aggiunge Corrarati – adottare come criterio per accedere al contributo a fondo perduto il calo di fatturato, unico strumento che effettivamente fotografa l’andamento delle imprese. In questa logica il riferimento non può essere limitato allo scorso mese di aprile ma dovrà tenere in considerazione un periodo più congruo, considerando la ciclicità di molti settori dell’economia. In questo modo si potranno sostenere tutte le aziende di filiera, e non solo quelle chiuse in base ai codici Ateco. Per ogni azienda, chiusa, ci sono almeno tre aziende artigiane e dei servizi che hanno meno lavoro”.
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