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Restrizioni a fisarmonica, protesta anche il Pd. Repetto: “Chiarite se siamo in zona rossa o no”

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La via autonoma provinciale subisce un’altra battuta di arresto e dopo l’Italia, anche l’Europa tinge di rosso scuro la nostra Provincia Autonoma. I danni sono nell’immediato, e si rischia di compromettere anche il prossimo futuro macchiando l’Alto Adige Südtirol con una sorta di ‘marchio di insicurezza‘ nei paesi europei. Pure Sebastian Kurz, premier austriaco, ha infatti citato il Sudtirolo come esempio da non seguire“.

Dopo i malumori sorti all’interno di una parte della Svp, con le critiche del consigliere provinciale Helmut Tauber all’indirizzo della Giunta, ora è il turno del Partito Democratico nella persona di Sandro Repetto il quale, non da meno, conferma il proprio disappunto per una decisione contraddittoria rispetto ai precedenti allentamenti che hanno permesso alla maggior parte degli esercizi commerciali del settore ristorazione e gastronomia di rimanere aperti (si legga anche Covid, l’Alto Adige dice no alla ‘zona rossa’).

È ormai evidente che il metodo a fisarmonica messo in atto dalla giunta non può andare avanti– afferma il consigliere provinciale del Pd – . Oggi apprendiamo come da domenica esercizi commerciali come bar e ristoranti dovranno nuovamente chiudere. Ma allora è proprio la situazione sanitaria ad essere molto più preoccupante di quello che ci viene riportato?

L’assessore alla sanità provinciale dovrebbe chiarire la situazione epidemiologica di estrema gravità alla quale la giunta deve fare fronte – evidentemente – con nuove chiusure e un ritorno di fatto alla zona rossa. Oltre alla confusione che si viene creando tra i cittadini e ai danni economici che si provocano ad esercenti e commercianti, infatti emerge come i dati segnalati dal governo Italiano prima e dall’Europa poi ci abbiamo costretto a chiudere laddove forse non sarebbe mai stato il caso di aprire!“.

Come Pd abbiamo più volte messo in guardia da comportamenti eccessivamente ‘aperturisti’ e ora se ne pagano purtroppo le conseguenze, aumentando il danno. Le chiusure a singhiozzo sono deleterie, anche perchè molti ristoratori e baristi hanno fatto la spesa, le scorte, che ora potrebbero dover essere buttate via. A questo punto sarebbe stato meglio rimanere chiusi un po’ più a lungo, ma con la possibilità di programmare gli acquisti e non sottostare a cambiamenti repentini.

Crediamo che la situazione vada chiarita al più presto e oltre a misure di restrizione auspichiamo che la provincia sia in grado di mettere in atto ristori locali perchè è sul piano locale che c’è stata confusione, una nefasta politica a fisarmonica’ e una certa strategia irresponsabile“, conclude.



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