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Reddito di cittadinanza in Alto Adige: libera scelta ma prestazioni non cumulabili

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Nel corso di un incontro con le parti sociali, il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, e l’assessora alle politiche sociali, Waltraud Deeg, hanno fatto il punto della situazione in merito all’introduzione ed alla concreta applicazione del reddito di cittadinanza a livello locale.

La Giunta provinciale, nel corso dell’ultima riunione, ha deliberato che in Alto Adige si continuerà a fare riferimento alle prestazioni provinciali di assistenza economica e sociale, pur lasciando ai cittadini la facoltà di scelta. Questa decisione ha incontrato un ampio assenso da parte delle organizzazioni sindacali e di settore.

I cittadini altoatesini possono scegliere tra le prestazioni erogate dalla Provincia o il reddito di cittadinanza promosso dallo Stato“, ha affermato il presidente Arno Kompatscher, aggiungendo che “non sarà comunque possibile cumulare le due categorie di prestazioni in quanto entrambe perseguono lo stesso obiettivo“.

Le prestazioni sociali devono essere mirate, rapide e non burocratiche per poter giungere laddove sono necessarie. Ora è fondamentale che le informazioni riguardanti le diverse forme di sostegno sociale giungano agli utenti nella maniera più completa, chiara e trasparente possibile“, ha sottolineato ll’assessora Waltraud Deeg.

A questo proposito un ruolo importante sarà indubbiamente svolto dai patronati e dai centri di consulenza fiscale, ma anche da parte dello Stato, è stato ribadito nel corso dell’incontro, e dovranno essere chiarite numerose questioni ancora aperte. In linea di massima si può comunque partire dal presupposto che le prestazioni di sostegno sociale erogate dalla Provincia di Bolzano restino più interessanti per i cittadini e più facilmente accessibili rispetto alla misura prevista dallo Stato.

Nel corso dell’incontro è stato ribadito che il reddito di cittadinanza, in sostanza, riassume in sé elementi previsti dalle prestazioni sociali già in vigore a livello provinciale per quanto riguarda il sostegno al reddito minimo, nonché i contributi all’affitto ed ai costi accessori, che da decenni vengono erogati da parte dei Distretti sociali.

Nel complesso, secondo il direttore di Dipartimento, Luca Critelli, “le prestazioni previste dalla Provincia sono più elevate rispetto ai sussidi previsti dal reddito di cittadinanza. L’Alto Adige, in pratica, può contare su di un corpus di prestazioni sociali che si è evoluto nel tempo, la cui gestione è molto meno complicata rispetto alla nuova misura statale, che ha un procedimento di applicazione molto complesso“.

Con un apposito emendamento vogliamo far sì che la Provincia di Bolzano possa emanare proprie direttive in merito al reddito di cittadinanza – ha aggiunto Kompatscher – in questo modo vogliamo garantire che sia possibile un’applicazione della misura statale di sostegno orientata all’effettivo bisogno, compatibile con le esigenze locali e, nel contempo, vengano tutelate le competenze autonomistiche della Provincia nel settore delle politiche sociali.

Nella sua stesura attuale il reddito di cittadinanza ha una regolamentazione complessa, sia dal punto di vista tecnico-amministrativo, sia per quanto riguarda le sue concrete ripercussioni ad esempio sui servizi di mediazione al lavoro. In questo senso abbiamo adottato una decisione che tiene conto delle esigenze dei cittadini“.

Affinché il reddito di cittadinanza possa divenire operativo devono essere superati ancora alcuni ostacoli di carattere legislativo.

La conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha rinviato una decisione in merito. Riguardo al decreto possono essere ancora presentate delle proposte di emendamento prima che il Senato, probabilmente la prossima settimana, si riunisca in seduta plenaria e lo converta in legge.

Lo Stato prevede di erogare il reddito di cittadinanza a partire dal prossimo mese di aprile, ma a tale proposito è stato espresso notevole scetticismo da parte delle Regioni.



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