Politica
Rappresentanza equa dei gruppi linguistici, respinta mozione di Fratelli d’Italia, Galateo: «La questione resta aperta»

Nessun gesto di apertura oggi in Consiglio regionale sulla richiesta di Fratelli d’Italia di modificare la normativa che disciplina la composizione delle giunte comunali.
L’aula ha respinto a larga maggioranza la mozione che chiedeva di prevedere che “nel caso di convalida di un solo consigliere comunale appartenente ad un determinato gruppo linguistico fosse facoltà di derogare alla rappresentanza linguistica proporzionale rapportata alla consistenza dei gruppi linguistici presenti in consiglio comunale, accertata al momento della convalida del consiglio neoeletto.”
“La proposta presentata in aula si basa sulla necessità di garantire un’adeguata rappresentanza a tutti i gruppi linguistici, evitando discriminazioni e favorire una partecipazione inclusiva nella gestione della cosa pubblica” – ha chiarito il capogruppo in Regione Marco Galateo – che ha sottolineato “l’importanza di affrontare questa criticità e lavorare per una revisione del sistema proporzionale che tenga conto delle esigenze di tutti i cittadini e delle diverse realtà linguistiche presenti nella provincia di Bolzano.”
Galateo spiega: “il paradosso è che laddove venga eletto un solo consigliere di un determinato gruppo linguistico di minoranza, pur escludendosi per lo stesso il diritto alla assunzione di incarichi in giunta, non ne sia almeno prevista la facoltà. La legge regionale prevede che il numero dei posti nella giunta sia determinato includendo il sindaco e considerando la consistenza dei gruppi linguistici presenti in consiglio comunale.
Pertanto, se ci sono almeno due consiglieri di un gruppo linguistico minoritario, uno di loro ha il diritto di entrare in giunta, indipendentemente dalla consistenza dei gruppi linguistici.
Tuttavia, se il consigliere del gruppo linguistico minoritario è solo uno, non può essere applicato né il diritto previsto dallo Statuto né la facoltà politica di scelta come assessore da parte dell’amministrazione. Ciò crea una discriminazione.”
Il rappresentante di Giorgia Meloni ha citato il caso dei dipendenti delle poste che, dopo aver ottenuto il certificato del Goethe Institut, si dichiaravano di lingua tedesca per ottenere il posto di lavoro in Alto Adige, per poi, una volta firmato il contratto richiedere il trasferimento nella regione di origine.
“Questo problema è stato risolto grazie a Fratelli d’Italia e all’intervento del presidente della Commissione dei sei, onorevole Urzi, ma situazioni simili potrebbero creare squilibri nella proporzionalità della rappresentanza linguistica“, ha affermato Galateo che ha aggiunto che “nel rispetto della nostra autonomia ma anche della rappresentatività di tutti e tre i gruppi linguistici, bisognerà sicuramente tornare a parlare di questa criticità.”
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