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Benessere e Salute

Psicologia del regalo: che tipo di “donatori” siete?

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Natale, momento di dare e ricevere per eccellenza, è ormai da poco terminato. Da inizio mese aspettiamo con gioia e curiosità di ricevere, fare, scartare e aprire pacchetti, grandi o piccoli che siano.

Li attendiamo, non vediamo l’ora di vedere cosa ci è capitato in sorte. Speriamo di ricevere proprio quello che abbiamo chiesto e desiderato. Talvolta sono sorprese attese e gradite, altre volte no.

In questi tempi di crisi economica il regalo può diventare solo un oggetto, un pensiero. Pur sempre gradito, certo, ma talvolta fatto solo per senso del “dovere” e della tradizione.

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Aspetto interessante è sapere che regalare e donare hanno una definizione differente: non sinonimi!!

Il regalo è quantitativo, spesso poco importante o anonimo, anche quando è molto costoso.

Il dono é qualitativo, un omaggio ai sentimenti (e non alla persona) e per questo sarà sempre più importante e significativo dell’oggetto, indipendentemente dal suo valore economico.

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In questo caso la crisi economica non c’entra. Anche con pochi soldi a disposizione, non viene minata la nostra capacità di donare a chi amiamo un simbolo di gioia e d’amore.

Un dono infatti può essere una lettera scritta a mano, un dolce fatto in casa, la fotografia di un momento emozionante, una poesia, una canzone, un disegno.

Non sembra esserci alcuna relazione tra il costo di un dono e la misura in cui piaccia. Il miglior predittore di quanto sarà apprezzato è la quantità di tempo e l’impegno nello sceglierlo, farlo o prepararlo.

Per riassumere, una stessa cosa assume un grande valore se viene donata, ma resta un oggetto se é solo un regalo.

Lo sapevate che i regali hanno un loro “linguaggio”? In psicologia, esprimono un nostro bisogno di relazione e di legame. Con essi distribuiamo affetto e ce ne aspettiamo in cambio.

Contengono pensieri, motivazioni (chiare o ambigue) ed emozioni (es fiducia/sfiducia, piacere/dolore,..) consce e inconsce, che li riempiono di significato. Possono essere dichiarazioni di influenza, potere, gusto, simpatia, status ed emozioni.

Hanno qualità simboliche (ad esempio uno zaino per incoraggiare un viaggio) e rappresentano un’estensione di noi: è come se avessero un legame con chi li ha scelti. Accettare un dono è (almeno in parte) accettare un aspetto dell’altro.
Interessante notare che due sentimenti che caratterizzano i regali sono invidia e gratitudine.

In psicologia, è noto come alcuni sentimenti che riguardano i regali abbiano origine nell’infanzia.

Secondo la Teoria delle relazioni oggettuali, il mondo interno affettivo si struttura partendo dalle emozioni e dalle difese sperimentate nei primi anni di vita, nella relazione madre-bambino. Queste emozioni vengono interiorizzate e possono far si che ci siano alcuni di noi più inclini all’invidia/avarizia o alla gratitudine/generosità.

Simpaticamente, si potrebbe affermare “Dimmi come regali e ti dirò chi sei” e delineare 5 profili di chi regala qualcosa:

1) Il donatore assertivo: usa i regali per gratificare e gratificarsi. Desidera che il regalo dica qualcosa di sé e lo sceglie per il suo valore affettivo e non per quello economico. Tiene conto dei desideri dell’altro, delle esperienze comuni e mostra con gioia i regali ricevuti (segno del legame con gli altri).

2) Il donatore aggressivo/narcisista: vive i regali con fastidio. Non tollera ricevere doni e dover ringraziare (in modo da non sentirsi dipendente dagli altri). Nel fare doni vuole dimostrare il suo potere e auto- gratificarsi (non si concentra sul destinatario e sui suoi gusti). Usa quindi i regali per controllare gli altri o sottometterli.

3) Il donatore passivo: vive i regali con stress e se ne lamenta. Regala solo perché subisce le consuetudini e le norme sociali e teme il giudizio degli altri. È indeciso e si sente in colpa se non riesce a trovare il regalo giusto. Spesso rimane deluso quando riceve i doni perché le sue aspettative sono molto alte, così come la paura di non essere abbastanza amato dagli altri.

4) Il donatore sregolato/eccessivo: cerca consenso e affetto. Usa i regali per ricevere l’attenzione degli altri. Usa i regali per mettersi al centro della scena e ottenere attenzione, interesse e amore. Cerca affetto e accettazione. Generalmente, ama più fare regali che riceverli.

5) Il donatore misurato/controllato: parsimonioso e attento alle spese, non ama i regali e cerca di evitarli. Non gradisce farli e neppure riceverli (per paura di essere obbligato a ricambiare). Non ama separarsi dagli oggetti. Quando è costretto a fare regali cerca oggetti utili e non personali, senza contenuti affettivi.

Non per tutti fare e ricevere regali è piacevole e rilassante. Sorgono alcuni “problemi”: a chi farli (e a chi non), cosa regalare, … Tutto ciò può portare stress e malumore.
Un regalo, che sia di Natale, Capodanno, compleanno,… può per fortuna essere, se non garbatamente rifiutato, almeno scambiato o “riciclato”.

Indipendentemente da tutto, resta il fatto che i pacchetti regalo sono sempre apprezzati ed attesi. Anche nel caso in cui si rivelano essere un riciclo del riciclo… Quanti di noi non hanno mai fatto buon viso a cattivo gioco/regalo?! Anche qui sta il bello del momento, no?!

Buon proseguimento di festività a tutti.

Il contributo per La Voce di Bolzano è della Dr.ssa Martina Valentini, Psicologa e psicoterapeuta.

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