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Protestano in Alto Adige le attività escluse dai ristori. La rabbia di un parrucchiere bolzanino: “Noi dimenticati da tutti”

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Non si placano le proteste di varie attività escluse dal decreto ristori, come già più volte segnalato dal nostro quotidiano attraverso la denuncia di Cna – Shv. Oggi ci scrive Carlo Fenice, noto parrucchiere bolzanino e titolare del Salon Mirage di via Firenze.

Sono veramente deluso e amareggiato nell’aver scoperto di essere stati esclusi dagli aiuti previsti dal Governo. Ricordo che nel marzo scorso siamo rimasti chiusi esattamente due mesi, dal 10 marzo al 10 maggio per l’esattezza. Ho 5 magnifici dipendenti da stipendiare, pagare i contributi, pagare il mutuo, le immondizie, le tasse, i fornitori e tanto altro. Ho investito migliaia di euro per mettermi in regola con le norme igienico sanitarie volute dal Governo, dalla sanificazione periodica del salone, all’acquisto dei plexigas, dei termometri, delle mascherine ecc. Mentre in tutta Italia gli altri colleghi parrucchieri continuano a lavorare anche in zona rossa, per l’Alto Adige è arrivato un ulteriore stop“.

Confido nel nuovo decreto Ristori bis che consentirà l’erogazione di ulteriori indennizzi per le attività economiche colpite dal nuovo lockdown”, sottolinea Fenice.






Due gli obiettivi: estendere il meccanismo degli aiuti previsto dal primo decreto Ristori alle attività interessate dalle nuove limitazioni, per poi “ripescare” alcune categorie tralasciate dall’elenco dei codici ATECO allegato al precedente provvedimento. La principale difficoltà è, tuttavia, quella di individuare un criterio contemporaneamente equo e tempestivo per gli indennizzi.

Il ristoro potrebbe essere inizialmente svincolato dalla perdita di fatturato ed erogato “in acconto” a tutte le attività coinvolte nella nuova stretta: verrebbe quindi attribuito “a vista”, sulla base dei nuovi codici ATECO danneggiati, con un saldo successivo effettuato sulla base del calo effettivo di fatturato nel periodo interessato dalla chiusura.

Ho l’apprendista in cassa integrazione da marzo e sto ancora aspettando i fondi di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre, ma questa mattina ho dovuto pagare puntualmente l’F24. Ho contattato anche il Presidente del CNA il quale mi ha comunicato di aver sollecitato gli organi preposti a Roma.

Vedo politici locali, regionali e nazionali h24 in tv a promettere mari e monti ma la realtà è purtroppo diversa. Se non ci aiuteranno, questa volta sarò costretto a tenere abbassata per sempre la saracinesca“, conclude Fenice.

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