Politica
Pronto soccorso: stop alle multe per accessi impropri. La giunta cambia idea

A poca distanza di tempo dall’avvio ufficiale del sistema che prevedeva una multa di 35 euro per i cosiddetti accessi impropri ai pronto soccorso altoatesini, ovvero codici non urgenti che sovraccaricano inevitabilmente il servizio sanitario provinciale, la giunta fa retromarcia.
(Parliamo di una quota che, lo ricordiamo, sarebbe andata ad aggiungersi al ticket da 15 euro per l’accesso ordinario al servizio).
Terzo e ultimo rinvio dunque per la sanzione la cui applicazione era prevista già da gennaio del 2019, poi rinviata a maggio, successivamente al primo luglio e in ultimo lasciata morire in favore di un’alternativa considerata dall’esecutivo provinciale “di maggiore impatto”.
Al posto della sanzione pecuniaria aggiuntiva per gli “abusivi” ci sarà ora un nuovo mirabolante progetto che rischia, a pari dei precedenti, la scure ingiustificata o la non applicazione causa indecisione, ulteriori rimandi, cambi dell’ultima ora. In perfetto stile Asl Alto Adige.
Ma tant’è, l’illusione di una soluzione di deve pur trovare.
Si tratterebbe in questo caso di un sistema che prevede, in seguito alla visita preliminare al triage, l’opzione per l’utente di usufruire comunque del servizio di primo soccorso anche in caso di visita rimandabile alla guardia medica o a momenti successivi presso il proprio medico di base e/o specialista, ma esclusivamente dietro il corrispettivo di un immediato pagamento.
In sintesi, chi si presenta richiedendo prestazioni non urgenti con il rischio di bloccare o intasare il pronto soccorso, sarà invitato a richiedere altrove la prestazione sanitaria, oppure a pagare di tasca propria e subito l’eventuale visita. Esami compresi.
Perché le prestazioni non urgenti rappresenterebbero molto più della metà degli accessi nei sette ospedali provinciali.
Una percentuale troppo alta che registra i suoi picchi soprattutto nelle strutture di Bolzano e Merano.
Resta da capire il reale importo dell’eventuale somma da corrispondere in caso di pretesa prestazione nei confronti del servizio sanitario pubblico d’urgenza.
Una cifra ancora ignota alla stessa giunta provinciale, ora richiamata all’impegno di una sua quantificazione rapida e soprattuto efficace per sortire davvero gli effetti di deterrenza auspicati sugli utenti.
Ma i tempi decisionali, in perfetto stile Asl, potrebbero anche questa volta prendere la piega biblica dei mesi di attesa.
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