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Economia e Finanza

PMI, l’energia costa il 25% in più rispetto alla media europea

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La proroga del mercato tutelato dell’energia elettrica è utile in quanto concede un tempo congruo per rimuovere le criticità sul percorso della liberalizzazione del settore”.

E’ quanto afferma CNA Trentino Alto Adige in merito al subemendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato che rinvia al 1° gennaio del 2022 l’attuale regime di tutela dei prezzi.

La proroga – afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige – deve essere utilizzata per consentire ai clienti di acquisire la necessaria conoscenza delle caratteristiche e del funzionamento del mercato libero per poter scegliere in modo consapevole la propria fornitura di energia elettrica. Le Province di Bolzano e Trento, forti del controllo delle società produttrici e venditrici di energia a livello territoriale, devono impegnarsi per applicare sconti tariffari alle micro, piccole e medie imprese, con ricadute reali sull’economia e sul territorio”.






L’Osservatorio Energia del Centro Studi di CNA di recente ha evidenziato che in Italia il costo dell’energia elettrica si conferma tra i più elevati in Europa e che il divario tra piccole e grandi imprese è elevato, con le prime che devono sopportare un carico fiscale molto più pesante.

Micro imprese e artigiani pagano l’energia tre volte di più le imprese con consumi elevati (oltre 70mila MWh), 22,6 centesimi per KWh contro i 7,6 centesimi per le grandi aziende.

Nel complesso le imprese continuano a sopportare un costo dell’energia elettrica tra i più alti in Europa, ma le piccole aziende sono quelle più penalizzate.

Il divario tra l’Italia e la media europea rimane molto ampio e supera i 17 punti percentuali.

Le micro e piccole imprese accusano uno spread ancora più elevato che sfiora il 25% nella classe di consumo tra 500 e 2mila MWh e del 19,3% per la fascia fino a 20 MWh.

CNA regionale sottolinea che “il superamento delle tutele di prezzo presenta ancora una serie di criticità a causa dei ritardi di alcuni provvedimenti chiave per affermare i principi di trasparenza e concorrenza. Ad esempio manca ancora l’elenco dei venditori. La proroga prende atto che il percorso per la completa liberalizzazione disegnato dalla Legge per la Concorrenza del 2017 non si è concretizzato per l’assenza di un indirizzo politico-strategico in grado di offrire al mercato regole certe e accompagnare imprese e cittadini in un processo di graduale uscita dal mercato tutelato senza aggravi in termini economici e burocratici”.

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