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Benessere e Salute

Parafilia: quando la sessualità diventa deviante

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Il termine parafilia indica qualsiasi intenso, persistente o preferenziale interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani, fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti.

Alcune attività erotiche parziali, ambivalenti e polimorfe possono far parte, in misura più o meno variabile per intensità e accesso alla coscienza, di una sessualità “normale”.

Il valore patologico si pone al crescere della frequenza con cui un soggetto preferisce sostituire ad una sessualità “normale” l’attività erotica parziale o “deviata”.






Una visone più approfondita pare suggerire che il senso del comportamento sessuale deviante si trovi nel significato che viene personalmente e singolarmente conferito nel rapporto con gli altri, e che questo significato si vada costruendo nelle esperienze precoci delle relazioni che caratterizzano uno sviluppo infantile normale piuttosto che una crescita in presenza di fattori traumatizzanti o genitorialità anomale.

Alla base dello sviluppo di una parafilia pare comunque collocarsi una struttura di personalità patologica, con un qualche tipo di regressione o fissazione del soggetto ad una sessualità pre-genitale.

Tale sviluppo presenta inoltre in maniera discretamente stabile delle differenze tra uomo e donna, dove nel primo prevalgono degli oggetti perversi esterni, nella seconda si fanno strada significati e contenuti “interni” che assumo forme più sottili come ad esempio la bulimia, la femminilità caricaturale, la prostituzione, alcune automutilazioni o alcune manifestazioni alterate della maternità.

Escludendo l’ambito assai vasto e particolarmente antisociale della pedofilia, ricordiamo qui altri comportamenti sessuali devianti discretamente diffusi quali il feticismo, consistente nell’adorazione sessualizzata di singole parti del corpo o di oggetti, il frotteurismo che comporta il toccare e lo strofinarsi contro persona non consenziente, il voyeurismo che comporta l’atto di osservare un soggetto spesso inconsapevole mentre è nudo, si spoglia o pratica attività sessuali, il sadomasochismo, il travestitismo ecc.

Tra le più rare ricordiamo invece la gerontofilia quale intenso desiderio sessuale rivolto a persone anziane, la necrofilia che contraddistingue l’interesse per attività sessuali con cadaveri e molte altre la cui diffusione nella popolazione risulta assai limitata (ibristofilia, picacismo, simforofilia, saliromania, ecc).

Investigando ulteriormente le cause alla base di tali anomali sviluppi una teoria che ha ricevuto discreto credito propone il ruolo predominante dell’apprendimento durante le fasi di sviluppo infantile-adolescenziale, specialmente se posto in relazione ad eventi di abuso.

In tale contesto rimane di interesse la cd teoria dell’abusatore abusato in cui un soggetto adulto replica una vittimizzazione subita da bambino per ridurre gli affetti dolorosi di quanto subito, operando cosi una sorta di identificazione con l’aggressore.

Difficili e di esito incerto sono le procedure trattamentali per questo genere di psicopatologie.

Molte traggono spunto dai modelli di prevenzione propri del mondo delle dipendenze da sostanze, riconoscendo in questo una radice comune nella circuiteria neuropsichica che sostiene i fenomeni di craving e addiction, siano essi rivolti a comportamenti (p.es. Gioco Azzardo Patologico) o a molecole psicoattive.

 

Il contributo per La voce di Bolzano è del Dr Michele Piccolin, psicologo, perfezionato in psicologia e neuropsicologia forense, Perito e Consulente Tecnico per la Procura della Repubblica, per il Giudice di Pace e per il Tribunale Civile e Penale di Bolzano e Trento. Consigliere Ordine degli Psicologi della Provincia di Bolzano, Esperto del gruppo Alienazione parentale.it

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