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Italia & Estero

Open Arms, la procura chiede 6 anni per Salvini

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Il processo Open Arms a Palermo vede come imputato Matteo Salvini, vicepremier e all’epoca dei fatti ministro dell’Interno nel governo Conte.

L’accusa nei suoi confronti è di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, in merito al blocco dello sbarco di oltre 140 migranti dalla nave dell’ONG spagnola Open Arms, avvenuto nell’agosto di cinque anni

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Durante l’udienza, Salvini non era presente in aula, dove si sono confrontati la Procura e il suo legale, la senatrice della Lega Giulia Bongiorno. Nel frattempo, il vicepremier ha lanciato dure accuse alla sinistra, affermando che il processo contro di lui è una “vendetta politica” mossa da chi, secondo Salvini, non riuscendo a vincere alle urne, cerca di eliminare i rivali per via giudiziaria. Salvini ha anche annunciato una raccolta firme promossa dalla Lega per sottolineare che “a Palermo si processa l’Italia” e la coerenza di chi ha rispettato le promesse elettorali.

Secondo il procuratore aggiunto Marzia Sabella, Salvini  il leader della lega ha agito in favore della politica dei porti chiusi, violando il principio che vede la terraferma come unico luogo sicuro per i migranti soccorsi. In risposta, l’avvocato Bongiorno ha criticato la requisitoria della Procura, sostenendo che contraddiceva le sue premesse, dichiarando di non voler processare il governo, ma poi criticando aspramente il decreto sicurezza bis, che prevedeva di ridistribuire i migranti prima di autorizzare lo sbarco.

Alla fine dell’udienza, il procuratore Sabella ha chiesto una condanna a sei anni di carcere per Salvini, accusandolo di aver agito in “totale spregio delle regole”. Giulia Bongiorno ha prontamente replicato, affermando che il quadro delineato dai pubblici ministri non rispecchia la realtà e sottolineando che anche altri ministri dell’epoca avevano sostenuto i respingimenti.

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Dopo la richiesta di condanna, Salvini ha ricevuto ampia solidarietà da parte dei suoi colleghi di partito e di esponenti del centrodestra.

Anche la premier Giorgia Meloni ha preso le difese di Salvini, definendo “incredibile” che un ministro possa rischiare sei anni di carcere per aver svolto il proprio dovere e proteggendo i confini della Nazione, considerandolo un precedente grave per l’Italia.

Infine, il generale Roberto Vannacci, recentemente eletto eurodeputato per la Lega, ha manifestato la sua solidarietà a Salvini, esprimendo fiducia nella magistratura ed auspicando che venga riconosciuta la legittimità delle azioni intraprese dall’ex ministro, guidate, a suo dire, dall’interesse nazionale e dal rispetto delle leggi.

Il pm pazzo dovrebbe andare in carcere“. Anche Elon Musk difende Matteo Salvini. Per Musk, che apprende la notizia grazie al tweet di un utente di X, “quel procuratore pazzo dovrebbe andare in prigione per 6 anni”. “E’ follia”, risponde Musk ad un altro utente che gli sottopone un articolo relativo alla vicenda processuale. Il magnate da tempo ha assunto posizioni nette in materia di immigrazione, allineandosi negli Stati Uniti alla linea di Donald Trump e stigmatizzando l’approccio dell’amministrazione di Joe Biden nella gestione del confine meridionale con il Messico.

In questo contesto, il processo Open Arms si configura come un caso di rilevanza politica e mediatica, mettendo in discussione il confine tra le scelte politiche e le responsabilità giuridiche di chi occupa cariche istituzionali. Ora spetta alla Giuria decidere.

 

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