Economia e Finanza
Onemore: abbigliamento da sci ricavato dalle mele dell’Alto Adige e da rifiuti oceanici
Abbigliamento sportivo e da sci in similpelle ricavato dagli scarti industriali delle mele dell’Alto Adige e da un filo di nylon rigenerato, interamente realizzato con rifiuti oceanici e di discarica; capi con imbottiture create unicamente dal riciclo di bottiglie PET (polietilene tereftalato). Sono questi i cavalli di battaglia del brand altoatesino OneMore, protagonista di una campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe.
OneMore è un marchio di skiwear ecosostenibile nato nel 2018 in provincia di Bolzano, nel cuore delle Dolomiti, per volontà di una squadra con oltre 20 anni di esperienza nel settore moda e con l’intento di rappresentare un esempio internazionale di design ultracontemporaneo, unito all’innovazione di prodotto, al rigore tecnico, alla perfetta vestibilità e soprattutto a una forte vocazione alla sostenibilità. Vocazione che si traduce nella rinuncia a pellicce e piume e nella ricerca di materiali riciclati o riciclabili, come AppleSkin, similpelle prodotta dagli scarti industriali delle mele provenienti per la maggior parte dall’Alto Adige, ed ECONYL®, un filo di nylon rigenerato dai rifiuti. A oggi questi tessuti ecologici sono utilizzati per una parte della produzione, ma l’obiettivo è diventare 100% green nei prossimi anni.
La società, che ha realizzato un raddoppio dei ricavi dal primo al secondo anno di attività, passando da 300mila euro del 2018 a circa 600.000 del 2019, attende per il 2024 un fatturato quintuplicato rispetto al 2019, con un CAGR (tasso di crescita annuo composto) del 50% e conta su una forte espansione sul mercato mondiale entro i prossimi sette anni. Dalla sua costituzione a oggi, OneMore, marchio registrato a livello internazionale, ha sviluppato una collezione completa uomo, donna e bambino (per gli sci-club), ha raggiunto una presenza nei negozi di tendenza delle più note località sciistiche (Courchevel, Meribel, Val d’Isere, Corvara in Badia, Ortisei, Livigno, Bormio, Schladming, Kitzbühel) e in quelle asiatiche di maggiore richiamo (Chongli – Cina, Tokyo – Giappone).
Nel 2020 ha servito 27 punti vendita sportivi in 13 Paesi nel mondo, 9 scuole sci, 11 sci-club e un atleta di Coppa del Mondo. Anche se la pandemia ne ha rallentato l’avanzata, l’azienda è riuscita a confermare lo scorso anno un fatturato analogo a quello del 2019, con un incremento nel mese di dicembre, in virtù del potenziamento dell’e-commerce e dell’operatività online.
Forte di questi risultati e di una previsione di crescita globale annua dell’abbigliamento sportivo del 10%, nel periodo 2019-2025, secondo le stime di GrandViewReasearch, OneMore sta pianificando, sin da ora, tre potenziali scenari di Exit, da percorrere al termine dell’attuale piano di investimenti: cessione delle quote a un competitor di dimensione maggiore, a un fondo di Private Equity/Venture Capital (sul mercato sono presenti soggetti “aggregatori” di iniziative come quella di OneMore) e quotazione in Borsa.
I capitali raccolti su CrowdFundMe, con un obiettivo minimo di 350mila euro, saranno principalmente impiegati per la crescita digitale e il rafforzamento della conoscenza del marchio, anche tramite l’ampliamento della collezione che, senza rinnegare l’elemento tecnico, abbraccerà ambiti più ampi del tempo libero, fino a strizzare l’occhio allo street style.
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