Bolzano Provincia
Omicidio San Candido: tante domande e poche risposte. Il movente è ancora ignoto
In queste ore sono molte le descrizioni e le supposizioni che di momento in momento si accavallano, nel tentativo di supportare la procura della Repubblica a Bolzano nella ricostruzione del doppio omicidio che, nella domenica notte appena trascorsa, ha scosso l’abitato di San Candido.
A cominciare dal Pubblico Ministero, Federica Iovine, secondo cui attualmente non ci sono elementi per stabilire con certezza il movente. L’unica supposizione quasi certa riguarda la vicina di casa dell’omicida Ewald Kuhbacher, che sembrerebbe essere una vittima collaterale dell’intera vicenda.
Iovine, in una conferenza stampa con i media ha riferito che i primi militari riusciti ad entrare nel condominio hanno notato delle pozze di sangue e intravisto la sagoma di una persona. Poi gli spari, i militari usciti dall’abitazione ed altri spari dal balcone. Allora sono intervenute le forze speciali e ci è voluto del tempo.
Tornati nell’appartamento sono ripresi gli spari fino al suicidio di Kuhbacher con un colpo alla gola. Il medico d’urgenza lo ha stabilizzato, ma è deceduto poche ore più tardi in ospedale. A quel punto, sottolinea Iovine, c’è stata la possibilità di un sopralluogo nell’edificio, in cui sono stati rinvenuti i cadaveri di Hermann Kuhbacher, padre di Ewald, e di Waltraud Jud, la vicina di casa rimasta coinvolta nel probabile tentativo di fuggire, dopo essere andata a vedere cosa stesse succedendo, colpita alle spalle con colpi da arma da fuoco. C’è attesa dei risultati sui rilievi per confermare o meno quanto appena descritto.
A questo si aggiunge l’intervento in conferenza del comandante della compagnia dei carabinieri di San Candido, il maggiore Simone Carlini, nel sottolineare come sul conto di Ewald, per quanto fosse un soggetto introverso, non risultassero precedenti o segnali in grado di evidenziarne la pericolosità. Al contrario, quell’uomo, trasformato misteriosamente in un omicida, in passato ha lavorato come guardia giurata. Da diversi anni era disoccupato e viveva con l’anziano padre.
Altro aspetto evidenziato da Carlini, la passione e il regolare possesso delle armi da fuoco, ancora da quantificare per via di molte acquisizioni e cessioni compiute nel tempo. In questo caso però, il maggiore dei carabinieri afferma che l’uomo ha sparato con una calibro nove, la stessa usata su sé stesso. Anche i bossoli ritrovati sembrano appartenere alla stessa pistola. Per adesso, nell’appartamento in disordine e sotto sequestro, tutte le armi dichiarate non sono state ritrovate, ad eccezione di alcune carabine ad aria compresa.
Ma gli scenari potevano indubbiamente essere diversi, riprendendo l’intervento del comandante provinciale dei carabinieri di Bolzano, il colonnello Raffaele Rivola. La prima chiamata ad intervenire sarebbe infatti riferita ad una fuga di gas. Le successive puntavano però l’accento verso colpi d’arma da fuoco, di cui il soggetto sembrava disporre di un arsenale. Oltre ad aver avuto la possibilità di prendere degli ostaggi e di impedire qualsiasi tipo di mediazione.
A questo proposito, l’intervento del sindaco, della protezione civile, dei vigili del fuoco volontari, della croce bianca, hanno scongiurato il pericolo, intimando chi era nel palazzo a non uscire dalla propria abitazione. In più, nonostante la struttura conta un’unica via d’uscita, è stata chiusa la statale e bloccato il traffico ferroviario.
Insomma, un intervento condotto in una situazione ad altissimo rischio, con spari fin dal primo momento da parte di Ewald Kohbacher e con la possibilità di diversi scenari a migliorare o complicare le cose. Certo rimane ancora fitto il mistero nascosto dietro a questa situazione che ha scosso l’intera comunità di San Candido, per cui gli interrogativi e l’attesa di risultati e risposte per chiarirli è ancora elevata. Cruciale il lavoro degli inquirenti nelle prossime ore, se non anche i prossimi giorni.
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