Bolzano
“Oltre la strada” di Volontarius: 80 pasti al giorno per i senza dimora di Bolzano
Ogni giorno gli operatori di “Oltre la strada” distribuiscono 80 pasti alle persone senza fissa dimora del capoluogo. Un Servizio rivolto a persone che in questo momento sono particolarmente sole e vulnerabili.
Il Servizio Oltre la strada di Volontarius, svolto a Bolzano su incarico di ASSB, assolve un ruolo importante in questo momento di emergenza causato dal Coronavirus. Il servizio svolto da 6 operatori di Volontarius, compreso il coordinatore Luca Lamberti, distribuisce quotidianamente a Bolzano 80 sacchetti con generi alimentari sufficienti per il pranzo e la cena di altrettante persone senza dimora presenti nel capoluogo ed al di fuori delle strutture organizzate dal Comune e dalla Provincia.
Parte del cibo viene fornito dalla struttura Aiuti Senza Spreco, sempre di Volontarius “Con la chiusura della mensa di piazza Verdi, per evitare assembramenti e possibili contagi, abbiamo dovuto organizzare diversamente la nostra normale attività ed aggiungere una serie di interventi legati all’emergenza” afferma il coordinatore, Luca Lamberti.
I pasti vengono distribuiti con il camper tutti i giorni, dalle ore 11 alle 14, in varie parti della città dove gli operatori sanno che sono presenti persone senza fissa dimora o la loro presenza viene segnalata da altre organizzazioni o dai cittadini.
Oltre ai pasti vengono consegnate coperte, vestiti donati dai cittadini e soprattutto viene data l’opportunità di instaurare un rapporto umano basato sulla fiducia e l’empatia.
“La vera difficoltà – prosegue il coordinatore – è rappresentata dall’esigenza di portare avanti il nostro lavoro ordinario mentre continuano ad arrivarci segnalazioni da parte di enti, servizi, Forze dell’ordine ed ospedali, riguardo a persone che stanno per essere dimesse dalle strutture sanitarie ed avrebbero bisogno urgente di un posto letto. Operiamo in sinergia con l’Infopoint, anche questo gestito da Volontarius. Le segnalazioni possono anche riguardare persone che hanno perso un lavoro precario e per questo si sono ritrovate improvvisamente sulla strada”.
La maggior di queste persone sono extracomunitari giunti da poco nel capoluogo. Molti di loro lavoravano in nero, oppure erano stagionali nel turismo o nella ristorazione e si sono ritrovati senza la possibilità di pagarsi un affitto e quindi costrette sulla strada.
E’ una lotta per la sopravvivenza
Le persone che vivono sulla strada chiedono innanzitutto che gli operatori li aiutino nei loro bisogni primari, in un momento caratterizzato da una vera e propria lotta per la sopravvivenza, hanno bisogno di mangiare, lavarsi e dormire.
Sono numerose le richieste di informazioni e di aiuto riguardo l’accesso agli aiuti previsti dallo Stato. Alcuni di loro avevano un contratto di lavoro regolare e quindi chiedono aiuto nella compilazione delle relative domande di sussidio.
“Noi cerchiamo di indirizzarli agli uffici competenti, sapendo comunque che in questo momento molti Enti lavorano a regime ridotto. Chiamiamo noi e prendiamo un appuntamento per loro”.
Sono persone che hanno bisogno di un incontro, di un confronto, sostanzialmente di un momento di normalità in un contesto che non ha più nulla di normale. Si aggirano in una città completamente deserta dove tutto è sbarrato, i negozi ed i giardini, spesso non hanno nemmeno la possibilità di ricaricare il loro telefono, quindi non riescono nemmeno a mettersi in contatto con le loro famiglie. Tra loro ci sono anche una decina di donne rimaste fuori dalle strutture loro dedicate.
Prosegue l’attività di monitoraggio, inclusione ed accoglienza
Una parte importante dell’attività svolta dal Servizio di Oltre la strada è rappresentata dal monitoraggio dei senza dimora nel capoluogo. A livello provinciale la stessa attività viene svolta, su incarico della Provincia, anche nell’ambito del progetto “Osservastrada”.
In questo modo si cerca di capire quanti sono, dove trascorrono la giornata e dove dormono le persone senza fissa dimora. “Per quanto riguarda l’approccio alle persone di strada – prosegue Luca Lamberti – cerchiamo di costruire una relazione attraverso tecniche di ascolto, interventi socio-assistenziali e micro- progettazione che prevede accompagnamenti ai vari servizi.
Il nostro è un lavoro complesso, dove l’improvvisazione non trova spazio, se non nel fare tesoro di ogni occasione di entrare in un rapporto di fiducia, in equilibrio tra formale e informale. Conosciamo bene i loro bisogni e in continuo confronto con il Servizio sociale cerchiamo di dare risposte concrete alle loro richieste.
Consideriamo la relazione un bisogno primario, come il cibo, l’igiene e la possibilità di dormire. Una delle priorità è proprio il lavoro di prossimità, in ottica empatica, soprattutto ora. Queste persone sono le più vulnerabili ed a rischio in questo momento”.
Oltre la strada in questa fase, purtroppo, non può contare sui suoi 24 volontari che, per ragioni di sicurezza e di rispetto delle norme, soprattutto all’interno del camper, sono fermi.
I senza dimora sono rimasti come una sorta di naufraghi in una città vuota e sotto molti punti di vista gli operatori di OLS sono gli unici riferimenti rimasti. Le persone che vivono sulla strada sono consapevoli del rischio, chiedono mascherine, dove potersi lavare, dove trovare coperte, loro sentono quest’ansia e questa paura.
“All’inizio pensavo che loro non sentissero questa ansia perché più preparati a vivere in condizioni estreme, ma in realtà ci rendiamo conto che anche loro hanno paura d’infettarsi. In quest’ambito c’è un’ottima sinergia sotto il profilo sanitario con l’Ambulatorio mobile di Volontarius, i nostri operatori cercano di sensibilizzare le persone a fare ricorso all’ambulatorio e svolgono anche un ruolo importante nel sensibilizzarli nei confronti delle norme”.
Uscire dall’emergenza con una nuova consapevolezza
Secondo il coordinatore di OLS da questa emergenza è necessario trarre un primo insegnamento. “Il problema dei senza dimora deve essere affrontato in maniera organica e non emergenziale. Queste persone non rappresentano più un’emergenza, bensì una realtà che esiste e va affrontata in maniera strutturale.
E’ necessario riuscire a dare una risposta complessiva al di là dell’emergenza Covid a temi come l’inclusione di persone che giungono in Alto Adige anche per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro locale, ma che hanno estreme difficoltà ad integrarsi ed a trovare un alloggio decoroso.
Tra gli ostacoli principali vi sono gli affitti alti e la diffidenza dei proprietari di casa. Spero che al termine di questa emergenza si possa affrontare il problema finalmente in maniera costruttiva”.
Le donazioni per sostenere l’attività dell’associazione Volontarius ed il Servizio Oltre la strada possono essere fatte online sul nostro sito www.gruppovolontarius.it o al seguente IBAN della Banca Intesa San Paolo: IBAN IT 31 G030 6909 6061 0000 0172 099.
La Scheda: Denominazione Servizio Oltre la strada dell’Associazione Volontarius
Sede: presso l’Infopoint di Volontarius, via Reifeissen 5, lato via Renon, Bolzano
Coordinatore: Luca Lamberti
Operatori: Abdelnaim El Naimi, Medhi Afshar, Patrizia Insam
Attività: monitoraggio delle persone senza fissa dimora a livello provinciale ed in particolare a Bolzano; consegna con un camper in varie zone di Bolzano di circa 80 sacchetti al giorno contenenti generi alimentari per il pranzo e la cena di altrettante persone; distribuzione di vestiti e coperte; ascolto ed accompagnamento delle persone senza fissa dimora ai servizi sociali e consulenza per le loro pratiche burocratiche.
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