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Alto Adige

Obbligo test, querela per Kompatscher da 100 genitori di ‘Alto Adige Attivo’. Diffide anche ai dirigenti scolastici

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Sono circa un centinaio i genitori della provincia di Bolzano che hanno deciso di sporgere querela nei confronti di Arno Kompatscher, Presidente della Provincia e commissario speciale per l’emergenza COVD-19, in seguito ai provvedimenti adottati con l’Ordinanza presidenziale contingibile ed urgente N. 15/2021, recante “Ulteriori misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

Le disposizioni emanate prevederebbero, quale condizione imprescindibile per la frequentazione scolastica in presenza, l’accettazione di un pressante screening da effettuare in orario scolastico e all’interno dei locali degli Istituti frequentati, che prevede l’effettuazione bisettimanale di tamponi in autosomministrazione da parte di bambini in età pediatrica, senza nemmeno la presenza di personale medico qualificato“, si legge in una nota diramata dai genitori di “Alto Adige Attivo – Aktives Südtirol”.

Molti i profili di criticità evidenziati nell’Ordinanza – affermano – sia dal punto di vista dell’imposizione di un trattamento sanitario a tutti gli effetti, che per i rischi connessi all’autosomministrazione del test; rilevanti le conseguenze sulla privacy dei minori per disposizioni che appaiono, in ogni caso, limitative della libertà personale degli studenti e delle famiglie, che rischierebbero di essere sottoposti, sulla base di semplici pre-test di scarsa valenza diagnostica, a periodi di quarantena ingiustificata.

Nemmeno in seguito all’emanazione del Decreto Legge 1 aprile 2021 n. 44 e alle disposizioni in esso contenute in ordine alla frequentazione in presenza per gli iscritti alle scuole dell’infanzia, alla scuola primaria e alla prima classe della scuola secondaria di primo grado, il Presidente ha mostrato di voler rivedere le proprie determinazioni, dichiarando pubblicamente come la frequentazione dovrà essere riservata ai soli studenti che accettino di sottoporsi ai test diagnostici“.

La denuncia presentata dai genitori, difesi dall’avvocato Roberta Nenzi di Verona, prevede diverse ipotesi di reato, che vanno dalla minaccia aggravata all’abuso d’ufficio. Sono state inoltrate diffide anche ai Dirigenti Scolastici “affinché non diano attuazione a disposizioni giudicate illegittime“, conclude la nota.



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