Alto Adige
Nursing Up: “Sul virus scelte inadeguate e personale esausto. Non si può dire agli altoatesini che va tutto bene”
Una lettera inviata questa mattina al Direttore Generale dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige Florian Zerzer per esprimere la forte preoccupazione circa la situazione del personale sanitario in Alto Adige che ogni giorno affronta la sfida della pandemia, in una fase di riacutizzazione del fenomeno e della diffusione di nuove varianti del coronavirus.
Ne riportiamo per intero il contenuto, così come espresso dal Consigliere e referente regionale del sindacato Nursing Up, Massimo Ribetto.
“Egregio Direttore Generale ed egregi destinatari,
la scrivente o.s. è fortemente preoccupata per l’attuale gestione della pandemia e le condizioni psicofisiche del personale sanitario, in primis quello infermieristico.
A cominciare dai dati, i numeri delle persone positive, quello dei pazienti covid ricoverati e quello dei posti letto occupati nelle terapie intensive, che non sono per nulla incoraggianti, la preoccupazione proviene soprattutto dal personale sanitario, infermieri e medici.
Parlando con questo personale e non importa di quale comprensorio o ospedale, tutti, ma proprio tutti dal ‘centro’ e dalla ‘periferia’, si lamentano della gestione e di conseguenza dell’operato di coloro che sono stati individuati da questa Azienda a gestire la pandemia.
Ora, è sempre spiacevole muovere delle critiche e per farlo bisogna avere cognizione di causa. Ebbene, il sindacato non ha molti elementi e dati per avere una panoramica della situazione e fare un’analisi dettagliata.
Ma al tempo stesso, non serve nemmeno un’analisi dettagliata per verificare lo stato attuale delle cose e soprattutto la condizione nella quale versano i nostri operatori sanitari.
Sono stanchi, estenuati, letteralmente ‘alla frutta’. In molti casi sono rassegnati e non hanno la speranza che le cose possano migliorare. In alcuni reparti il personale non ha più fatto un giorno di ferie dall’estate scorsa, molti pensano di abbandonare la professione e alcuni l’hanno già fatto.
Ora è tempo di prendere in considerazione tutto questo e comprendere che ciò è connesso anche alle scelte talvolta inadeguate, di chi è stato chiamato a gestire questa pandemia.
Non è un caso se tutto il personale da noi sentito si lamenta delle stesse cose, come ad esempio che sono incomprensibili le scelte prese dai vertici, che non c’è informazione e comunicazione, che manca una vera e propria task force, che non si sentono ascoltati e che le decisioni vengono prese esclusivamente da una/due persone (non proprio quella che si definisce una task force).
Come sindacato NURSING UP, fatto da infermieri consapevoli che il valore di un professionista sanitario si fonda anche su scelte etiche che dipendono dal proprio agire professionale in autonomia e che sanno riconoscere quando le scelte, sebbene gerarchiche, non sono comunque adatte o idonee al bene della collettività. Vi preghiamo pertanto di fare autocritica e rivedere le scelte fatte finora.
Si può continuare a dire ‘che va tutto bene e che tutto è sotto controllo’, rischiando di perdere per strada validi collaboratori che hanno dato un’intera vita professionale a questa Azienda e alla Salute Pubblica, oppure si può cambiare atteggiamento, spirito e scelte, dimostrando che si fa parte veramente di un’unica squadra e di un’unica Azienda“.
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