Bressanone
Nuovo anno pastorale: volontariato e rete tra parrocchie
Rinnovare il senso di Chiesa e comunità attraverso il rafforzamento del volontariato ecclesiale e sociale: le possibili strade di questo cammino in rete sono state indicate dai relatori oggi (16 settembre) a Bressanone nella prima giornata del Convegno pastorale che apre l’anno di lavoro 2022/23 della Diocesi.
Con la tradizionale “due giorni” di metà settembre nell’Accademia Cusanus ha preso avvio l‘anno pastorale 2022/23 della Diocesi, presenti circa 150 rappresentanti di clero, operatori della pastorale, Consigli parrocchiali, volontari e associazioni ecclesiali. Il direttore dell’Ufficio pastorale Reinhard Demetz ha ricordato che il tema annuale diocesano, “Per una Chiesa sinodale: vicini e assieme”, al pari del Sinodo dei vescovi “è un invito a mettere alla prova il nostro modo di fare chiesa insieme.
Due sono gli input concreti: condividere la Parola di Dio e testimoniare la carità. Le parrocchie sono invitate a inserire questi elementi – la lettura della Bibbia e il servizio al prossimo – nell’agenda dei consigli parrocchiali e a fare passi concreti.“
Demetz ha poi spiegato che la CEI ha consegnato alle Chiese locali il documento con le prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale. Sarà un anno di ascolto segnato da tre cantieri: il primo vuole creare spazi di ascolto della strada e della società, il secondo è quello dell’ospitalità e della casa, per camminare insieme nella corresponsabilità. Infine il terzo è il cantiere del servizio e della formazione spirituale.
Ad aprire il Convegno pastorale una tavola rotonda sul volontariato in Alto Adige, con le esperienze di Barbara Siri (presidente Croce bianca), Senio Visintin (responsabile Caritas distribuzione pasti e lavori pubblica utilità) e Georg Laimstädtner (direttore Federazione provinciale sociale e sanità).
Essere volontari, hanno detto, significa impegnarsi qui e ora per una società solidale, portando idee e creatività, sempre pronti al lavoro di squadra e ad assumersi responsabilità. Le sfide oggi, nel volontariato sociale ed ecclesiale, sono quelle della qualità e della continuità del servizio e dell’accompagnamento dei volontari.
Tra i relatori, don Leopoldo Voltan, vicario episcopale a Padova, ha esaminato le potenzialità del volontariato ecclesiale parlando di “cambiamento necessario per gli operatori pastorali, perchè una Chiesa troppo appiattita sulla riorganizzazione interna fatica a interpretare le attese di vita e le sfide della cultura odierna.“
Ha ricordato che “il centro della Chiesa è fuori dalla Chiesa, nel servizio al territorio, non solo geograficamente ma come vita delle persone.“ Il relatore si è poi soffermato sulla qualità dell’operatore pastorale, declinata in tre atteggiamenti spirituali: essere, sapere e saper fare: “Per essere si intende uno stile, un modo di stare al mondo, di relazionarsi. Poi c’è bisogno di sapere, di preparazione e di competenza. Infine il saper fare, cioè favorire la partecipazione di altri, l’attivazione di processi, l‘essere capaci di far fare esperienza agli altri.“
Anna Hennersperger, già Direttrice dell‘Ufficio pastorale della Diocesi di Gurk-Klagenfurt, ha analizzato le opportunità offerte dalle reti pastorali. Ha premesso che “il lavoro pastorale consiste anche nel difendere ciò che è importante per il presente e il futuro delle persone: oggi la tutela del clima, un’equa distribuzione dei beni, quartieri in cui valga la pena vivere.
La prospettiva della rete non pone al centro del lavoro pastorale la parrocchia con la sua collaudata routine dell’anno liturgico, ma lo spazio sociale, le persone e i gruppi che lo animano, i loro temi e bisogni. La percezione delle persone va quindi oltre i confini della parrocchia. Questo non liquida le parrocchie, ma le rende più liquide, più fluide in termini di confini e di appartenenza.“
Sul concetto di sinodalità ha insistito don Dario Vitali docente di ecclesiologia alla Pontificia Universitá Gregoriana e membro del coordinamento del Sinodo dei Vescovi 2021-23: “La sinodalità è nella natura stessa della Chiesa, perchè la Chiesa è il popolo di Dio. La sinodalità è collegialità, configura la Chiesa come comunione di soggetti in relazione, ciascuno con il suo compito. E in una Chiesa sinodale la Chiesa esiste nelle e a partire dalle Chiese particolari.“
Come si raggiunge lo stile sinodale? “Camminando insieme verso una meta, e non una meta qualsiasi, ma il Regno di Dio.“ Vitali ha aggiunto che la Chiesa sinodale “è una Chiesa dell’ascolto: tutti sono chiamati all’ascolto dello Spirito ascoltandosi gli uni gli altri, ciascuno secondo la propria condizione e funzione nella Chiesa. Il processo sinodale inizia ascoltando il popolo di Dio.“
Domani (sabato 17) il Convegno pastorale prosegue alle 9.15 con la relazione del vescovo Ivo Muser che anticipa i temi al centro del nuovo anno diocesano.
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