Arte e Cultura
Nuova mostra permanente sulla storia regionale e contemporanea dell’Alto Adige: presentato il progetto di massima
Una nuova mostra permanente di oltre 1.000 metri quadrati al Forte di Fortezza racconterà la storia degli ultimi 200 anni in Alto Adige. Cosa dovrebbe offrire? A chi rivolge? E come lavorano altri musei storici? Esperte ed esperti ne hanno parlato recentemente in occasione di un convegno al Forte.
“In Alto Adige ci sono già diverse mostre e monumenti che raccontano parti e aspetti della storia altoatesina; allo stesso tempo, si affronta la propria storia sempre da diverse angolazioni. Abbiamo quindi bisogno di un centro di conoscenza che ci dia una visione d’insieme degli ultimi 200 anni e nuove intuizioni“.
Così il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha sintetizzato l’obiettivo della nuova mostra permanente sulla storia recente dell’Alto Adige prevista al Forte di Fortezza, in occasione del recente convegno “Il museo di storia contemporanea come luogo di memoria e di apprendimento” tenutosi al Museo provinciale Forte di Fortezza.
Secondo il progetto di massima presentato da Eva Pfanzelter, presidente del comitato scientifico del Forte, la mostra, allestita in 18 sale degli edifici 33 e 35, intende presentare al grande pubblico la storia degli ultimi 200 anni – con particolare attenzione al XX secolo.
Partendo dalla prima “spartizione” del Tirolo nel 1805, verranno trasmessi gli eventi che hanno plasmato l’Alto Adige e che hanno avuto un certo peso sul suo sviluppo, come la rivolta popolare del 1809 e la costruzione del forte negli anni Trenta del XIX secolo, la costruzione della ferrovia in Alto Adige, la Triplice Alleanza tra Austria, Italia e Germania, la Prima Guerra Mondiale, il Trattato di Londra, le trattative di pace di Versailles e l’annessione dell’Alto Adige all’Italia, il periodo tra le due guerre con il fascismo, l’italianizzazione dell’Alto Adige e l’Opzione, la Seconda Guerra mondiale, la Zona d’operazioni delle Prealpi, la deportazione degli ebrei e il campo di transito di Bolzano, la liberazione dell’Italia con i moti partigiani di Bolzano e Merano, il ritiro della Wehrmacht dall’Alto Adige e l’incontro delle armate americane provenienti da nord e da sud a Colle Isarco.
Inoltre, la fondazione della SVP, l’accordo Gruber-De Gasperi e il Primo Statuto di Autonomia, il rientro della popolazione optante in Italia, il ruolo dell’Austria come potenza di tutela, gli anni delle bombe, il “Los von Trient”, l’era Magnago, la questione altoatesina davanti all’ONU, la Notte dei Fuochi, la costruzione dell’autostrada, il Secondo Statuto di Autonomia, l’anno commemorativo di Andreas Hofer nel 1984 con la corona di spine sudtirolese in sfilata a Innsbruck, l’MSI che nel 1988 diventa il primo partito italiano, gli anni di Durnwalder, la Mostra dell’Opzione del 1989, il ritrovamento di Ötzi, la Quietanza liberatoria, l’abolizione della barriera di confine nel 1998, la costruzione della MeBo, la fondazione della Libera Università di Bolzano e dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino e la consegna del Forte di Fortezza alla Provincia dell’Alto Adige.
La nuova mostra permanente sarà dedicata a questi e ad altri temi nelle quattro aree principali: lingua, rete/connessione, confini e regione.
Oltre alla nuova mostra permanente, sono previste specifiche offerte didattiche e un centro di documentazione per chi fa ricerca, insegna e per persone interessate.
L’obiettivo del convegno era anche quello di includere le diverse posizioni di varie esperte ed esperti nel processo preparatorio. In questo senso, la direttrice della “Haus der Geschichte Österreichs”, Monika Sommer, ha parlato dell’indipendenza scientifica e istituzionale come condizioni quadro per i musei di storia contemporanea, il consulente scientifico del Museo dei Sudeti di Monaco, Raimund Paleczek, su come il suo museo presenta capitoli difficili della storia attraverso gli oggetti, e Roberto Mastroianni, Presidente del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà (Torino) sulla storia contemporanea in un museo come luogo di apprendimento extrascolastico.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda in cui Eva Pfanzelter, Hans Heiss, Andrea di Michele, Martha Stocker, Oswald Überegger del comitato scientifico nonché i relatori Paleczek e Mastroianni si sono confrontati con il pubblico specializzato, giunto al forte dall’Alto Adige, ma anche da Germania, Svizzera e dal resto d’Italia.
I suggerimenti del pubblico saranno incorporati nelle considerazioni per l’ulteriore elaborazione del concetto da parte di un gruppo di lavoro appositamente nominato, che sarà istituito a breve. Lo scambio con le esperte e gli esperti è stato quindi un obiettivo importante del convegno.
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