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Alto Adige

Non solo zona rossa: Alto Adige verso il lockdown duro. La Provincia: “No alternative o collasso del sistema sanitario”

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I danni collaterali sarebbero devastanti, se gli ospedali non dovessero più garantire chemioterapie e interventi chirurgici. Siamo oltre il tempo massimo, i campanelli d’allarme non possono più essere ignorati“.

Lo ha detto all’ANSA l’assessore  provinciale alla sanità Thomas Widmann, prefigurando l’arrivo in Alto Adige di un periodo di chiusure con misure ancora più restrittive di quelle finora applicate a livello territoriale. Un periodo breve ma molto severo e con test a tappeto. Secondo quanto riferito dall’assessore la pressione sugli ospedali sarebbe già significativa.

La questione verrà affrontata domani (10 novembre) dalla giunta provinciale. “A marzo – ha affermato Widmann – abbiamo chiuso tutto con una media di 42 casi Covid, ora registriamo 750 nuovi contagi al giorno. Mentre prima poi avevamo una media di 30 tamponi al giorno, oggi arriviamo a farne anche 4mila”.






Con il lockdown duro passerebbero alla didattica a distanza anche le elementari e la prima media mentre il resto delle attività economiche verrebbe ridotto nuovamente al minimo.

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