Arte e Cultura
Museum Ladin: inaugurati Trienala Ladina e Premio Agreiter
Lo spazio geografico e le sue delimitazioni – a volte cesure drammatiche – come nel caso dei 14 chilometri dello Stretto di Gibilterra, che divide i sogni dei popoli africani dalla loro realizzazione (Karin Schmuck). Ma anche lo spazio locale, quello della nostra eredità culturale che ci dà sicurezza, nella quale oggi fa irruzione la globalizzazione (Yvonne Gienal).
E poi, ancora, lo spazio come ambiente dinamico per performance interdisciplinari, vero e proprio atelier temporaneo (Tobias Tavella), lo spazio privato del sentirsi a casa, che crea identità ma anche apertura all’altro (Claus Soraperra), ma anche lo spazio pubblico, urbano e rurale (Annatina Dermont). Infine, lo spazio archetipico dell’abitazione, sinonimo di protezione e ospitalità (Michael Schrattenthaler).
È lo spazio in tutte le sue declinazioni il protagonista della mostra “Le post é la lerch” (Il luogo è lo spazio), inaugurata ieri 20 settembre al Museum Ladin Ciastel de Tor, che espone opere dei vincitori del sesto concorso d’arte Trienala Ladina (Annatina Dermont, Yvonne Gienal, Karin Schmuck, Claus Soraperra e Tobias Tavella, appunto) e del Premio artistico “Richard Agreiter” 2019 (Michael Schrattenthaler).
I sei artisti, selezionati da una giuria internazionale, si confrontano con questo tema attraverso una molteplicità di strumenti, dalla pittura alla fotografia, fino alla performance, all’installazione e, nel caso di Schrattenthaler, alla scultura.
“Con questa mostra il Museum Ladin diventa esso stesso luogo dell’azione artistica” spiega il curatore, l’austriaco Günther Moschig.
“Così facendo, si mette in discussione il tradizionale legame dello spazio a identità collettive, a confini tracciati da tempo e ormai familiari. In questo senso, lo spazio culturale ladino assurge a prototipo di uno spazio aperto, liberato dai propri confini territoriali, in antitesi all’idea di uno spazio fisico e culturale ristretto nello stato-nazione” conclude.
E il presidente della Provincia Arno Kompatscher, presente all’inaugurazione di ieri, ha sottolineato che “questa mostra conferma ancora una volta l’importanza dei musei per la tradizione e la cultura, ma anche per l’innovazione. Una funzione centrale, questa, svolta non solo dai musei dei grandi centri, ma anche da quelli di periferia, come il Museum Ladin, che tra l’altro dedica molte iniziative anche alla tutela e allo sviluppo delle minoranze”.
La mostra è aperta fino al 24 maggio 2020. L’ingresso è libero. Info: tel. 0474 524020, www.museumladin.it
Trienala Ladina
Concorso d’arte organizzato ogni tre anni dal Museum Ladin Ciastel de Tor di San Martino in Badia, giunto quest’anno alla sesta edizione, la Trienala Ladina è aperta ad artisti e artiste residenti nelle cinque valli ladine dolomitiche (Val Badia, Val Gardena, Val di Fassa, Livinallongo e Ampezzo), nel Cantone dei Grigioni in Svizzera e nel Friuli-Venezia Giulia, nonché quelli che si sentono ladini e hanno un legame con la storia, la cultura e le tradizioni ladine.
L’obiettivo del concorso, che dà diritto ai vincitori a esporre, è quello di rendere nota la produzione d’arte ladina a un ampio pubblico. La giuria dell’edizione 2019 era composta da Adam Budak, curatore della Galleria nazionale di Praga, Cristiana Perrella, direttrice del Centro d’arte contemporanea “Luigi Pecci” di Prato, Stefania Pitscheider, direttrice del Museo delle donne di Hittisau, in Austria, Gianfranco Maraniello, direttore del Mart di Rovereto, e dallo storico dell’arte e curatore Günther Moschig.
Premio artistico “Richard Agreiter” – acquisizione di una scultura
Il Premio artistico “Richard Agreiter”, che porta il nome dell’omonimo scultore austriaco di origini badiote, è rivolto alle scultrici e agli scultori di opere in metallo, legno, ceramica, pietra o cemento, che abitualmente operano e dimorano nelle zone del Tirolo storico, o Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, e nei tre comuni ladini del Bellunese (Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana) e che abbiano un particolare legame con la storia, la cultura e le tradizioni di queste terre. Componevano la giuria internazionale del premio Stefania Pitscheider, Günther Moschig, l’artista Aron Demetz e il direttore del Museum Ladin Stefan Planker.
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