Italia & Estero
Morte Papa Francesco: ora cosa succederà? Quando sarà convocato il conclave?

Le esequie di un papa sono scandite da un cerimoniale antichissimo, profondamente radicato nella storia della Chiesa cattolica. Quando un pontefice muore, il Vaticano attiva un protocollo preciso, fatto di simboli, gesti solenni e procedure rigorose.
Negli ultimi anni, tuttavia, alcune di queste consuetudini sono state riviste da Papa Francesco, in particolare dopo la scomparsa del suo predecessore, Benedetto XVI.
La constatazione ufficiale della morte spetta al Camerlengo, affiancato dal Cancelliere della Camera Apostolica, che redige l’atto autentico di decesso. Uno dei momenti più carichi di significato è la rottura dell’Anello del Pescatore, simbolo del potere papale. L’anello – che rappresenta San Pietro con le chiavi del Regno – viene spezzato, insieme al sigillo di piombo usato per autenticare i documenti ufficiali.
Seguono altri gesti rituali: il Camerlengo sfiora tre volte con un piccolo martello la fronte del defunto, chiamandolo per nome. Successivamente appone i sigilli alla stanza privata e allo studio del papa, e comunica ufficialmente la notizia della morte al Cardinale Vicario di Roma e al sostituto della Segreteria di Stato. È quest’ultimo a dare l’annuncio pubblico in piazza San Pietro. Le campane della basilica suonano a lutto, mentre una delle ante del portone di bronzo viene simbolicamente chiusa.
Durante la sede vacante – il periodo tra la morte di un papa e l’elezione del successore – l’amministrazione ordinaria della Santa Sede è affidata al Camerlengo, mentre il Collegio dei Cardinali ne detiene temporaneamente l’autorità, pur con poteri limitati e solo in casi di necessità.
Il corpo del pontefice viene trasportato in processione nella Cappella Sistina, dove viene imbalsamato e vestito con i paramenti liturgici: il pallio di lana con croci nere, la mitria bianca e la casula rossa. Il giorno seguente, il feretro è trasferito nella Basilica di San Pietro per essere esposto ai fedeli per tre giorni.
Durante questo periodo si tengono i “Novendiali”, nove messe di suffragio celebrate ogni giorno, secondo una tradizione secolare, fino al giorno del funerale solenne – la Missa poenitentialis – a cui partecipano anche capi di Stato e delegazioni internazionali.
Prima della chiusura del feretro, il volto del papa viene coperto con un velo di seta. La sepoltura avviene di norma nelle Grotte Vaticane, ma Papa Francesco ha scelto diversamente: ha espresso il desiderio di essere tumulato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, accanto all’icona della Salus Populi Romani, a cui donò la Rosa d’Oro l’8 dicembre 2023.
Con l’uscita della seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, voluta da Papa Francesco, il rituale funebre papale ha subito diverse semplificazioni. Nel libro-intervista El Sucesor, il pontefice ha spiegato la sua volontà di un funerale sobrio, degno ma non sfarzoso: “La morte – ha affermato – deve essere vissuta con dignità, come per ogni altro cristiano”.
Tra le principali modifiche vi è il cambiamento del luogo della constatazione del decesso, che ora avviene nella cappella privata del papa anziché nella cosiddetta “Camera del Defunto”. Anche la salma viene direttamente deposta in una sola bara di legno e non più su un alto cataletto. È stata inoltre abolita la tradizionale tripla bara – di cipresso, piombo e rovere – che veniva utilizzata per la sepoltura.
Un’altra novità importante riguarda la possibilità, prevista ufficialmente, di scegliere un luogo di sepoltura diverso dalle Grotte Vaticane, favorendo un approccio più personale e spiritualmente motivato.
Dopo la celebrazione dei funerali e la conclusione del periodo di Sede Vacante, prende il via il Conclave, ovvero la riunione riservata del Collegio dei Cardinali elettori, convocata per eleggere il nuovo Papa.
Hanno diritto di voto solo i cardinali che, alla data della morte del Papa, non abbiano ancora compiuto 80 anni. Attualmente, il numero degli elettori si aggira intorno ai 120. Tutti devono essere presenti in Vaticano per partecipare al Conclave. Il tempo previsto per il loro arrivo è di 15 giorni, eventualmente prorogabili fino a 20.
I cardinali si riuniscono nella Cappella Sistina, dove si svolge l’intero processo elettivo. L’elezione è segreta, molto solenne e regolata da norme precise. Ogni giorno possono svolgersi fino a quattro votazioni: due al mattino e due nel pomeriggio. Perché un candidato sia eletto, è necessaria una maggioranza qualificata pari a due terzi dei voti.
Si continua a votare finché non emerge un nome capace di raccogliere il consenso richiesto. Una volta individuato, il Decano del Collegio cardinalizio si rivolge all’eletto domandandogli se accetta l’elezione canonica a Sommo Pontefice. In caso di risposta affermativa, gli chiede anche quale nome papale intenda adottare.
Al termine di ogni votazione, come da tradizione, viene emesso un segnale visivo: se il risultato è negativo, dal comignolo della Cappella Sistina si alza una fumata nera; se invece l’elezione è avvenuta, il fumo è bianco. In quest’ultimo caso, le campane di San Pietro iniziano a suonare a festa.
Poco dopo, il nuovo Papa indossa le vesti papali e si affaccia dalla Loggia delle Benedizioni per annunciare al mondo la sua elezione con le parole “Habemus Papam”, seguite dalla sua prima benedizione “Urbi et Orbi”.
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