Italia ed estero
Minacce in famiglia: “se non ti sposi fai la fine di Saman”

Un incubo familiare si è consumato tra le mura di una casa a Novellara, la stessa cittadina che fu testimone della vicenda di Saman Abbas. Un uomo di 52 anni, di origine pakistana, è stato accusato di aver minacciato la figlia poco più che ventenne con parole pesanti: “E non ti sposi fai la fine di Saman Abbas”. La giovane, costretta nel 2021 a un matrimonio a distanza con un cugino, ha vissuto un vero e proprio calvario.
I Carabinieri hanno imposto all’uomo e alla sua seconda moglie, matrigna della ragazza, il divieto di comunicazione e di avvicinamento ai luoghi da lei frequentati. Entrambi i coniugi sono accusati di maltrattamenti, e l’uomo anche di costrizione o induzione al matrimonio. Il braccialetto elettronico è stato disposto per entrambi.
La ragazza, cresciuta a Novellara con il padre, la matrigna e i fratelli nati dal secondo matrimonio, ha perso la madre naturale in Pakistan in circostanze misteriose, ufficialmente per cause naturali, ma che lei sospetta possano nascondere un omicidio familiare.
Le indagini hanno rivelato una vita di restrizioni per la giovane: proibito uscire di casa, cercare lavoro, avere contatti con l’esterno o proseguire gli studi, interrotti forzatamente durante l’esame di terza media. La pressione era giustificata dalla famiglia con l’appartenenza alla fede musulmana e con l’invito a diffidare degli assistenti sociali.
Di recente, la ragazza ha confidato ai servizi sociali il piano del padre di farla partire per un viaggio in Pakistan, cosa che l’ha convinta ad accettare il collocamento in una comunità protetta per la paura per la propria incolumità.
Nel 2021, aveva già subìto la costrizione a sposare a distanza un cugino sconosciuto, ritenuto figlio dello zio paterno, con la minaccia di un destino simile a quello di Saman Abbas in caso di rifiuto.
La Procura di Reggio Emilia, guidata dal procuratore Calogero Gaetano Paci, ha convalidato le risultanze delle indagini condotte dai Carabinieri di Novellara e con il supporto dei servizi sociali comunali, ha ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari le misure cautelari nei confronti dei genitori. Un’azione decisa per proteggere la ragazza da un destino che ha già scosso la comunità in passato.
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