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Merano: Repos Animè al Palais Mamming Museum

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Un carosello e uno stabilimento balneare, figure di cartapesta e aree apparentemente derelitte, abbandonate. Queste antitesi sono il contenuto di una serie di immagini scattate in Francia e che raccontano i luoghi visti dagli occhi del fotografo.

Un viaggio lungo dieci scatti, dove leggere mutazioni prospettiche influenzano in modo inequivocabile la testimonianza di una foto.

L’imponente costruzione con l‘insegna “Plage – Beau Rivage“ che indica la spiaggia retrostante e sulla quale un’immensa quantità di sedie gettate e incastrate una sopra l’altra, fanno trasparire l’immagine di un lustro ormai passato, tramontato. Persino i colori sono spariti. E neppure le grigie e vuote strade centrano in alcun modo con la spiaggia, tantomeno col mare.






Solo dalla quarta immagine l’azzurro del cielo si staglia negli occhi e le due affilate torri nell’orizzonte sembrano promettere qualcosa. Ma all’avvicinarsi delle torri si scopre, che non si tratta di una promessa di Beau Rivage (bella spiaggia): vi scorre solo un fiume. La strada la si ritrova pertanto solo attraversando i ricordi e, perché no, un sogno.

Nelle successive tre opere si incontrano un vecchio carosello a due piani. Un’anziana signora è china dinanzi: pensa ai tempi passati, alla sua infanzia? In un altro scatto si ritrovano di fronte allo stesso carosello una donna attempata e un ragazzo.

Da qui, il ben distinguibile nome del carosello fa intuire, così come recita l’insegna, alla Belle Époque, a uno splendente passato in collaborazione con individuale e collettivo. Un cavallo, liberatosi dalla schiavitù, sembra volare contro la profondità del cielo azzurro.

Nel cielo si librano due figure di cartone che sembrano saltare da un castello. Vogliono forse condurre il cavallo e l’osservatore all’illusione di una promessa “bella spiaggia”?

Esiste veramente una via dai “bei tempi” (Belle Époque) alla „bella spiaggia“ (Beau Rivage)? Nello scatto successivo lo sguardo dall’alto sulla riva è ancora più ristretto, senza orizzonte, dove sullo sfondo si stagliano invadentemente i resti dei due edifici di cemento delle prime foto.

La prospettiva si abbassa e l’orizzonte si estende nell’immagine seguente, che ritrae persone rilassate e gaudiose. L’atmosfera assume un ulteriore incremento nell’ultimo scatto, nel quale l’occhio intuisce non solo la costa e le figure umane, ma al contempo il cielo, perdendosi poi in un orizzonte senza fine. La vela variopinta di un Kitesurf, o forse di un paracadute, unisce mare e cielo associando l’umanità a entrambi.

È quindi forse qui che si trova la “bella spiaggia“ promessa, la Beau Rivage?

Erich Dapunt, nato il 27.03.1961 a Egna (BZ); si stabilisce a Bolzano; specializzazioni e pratica in fotografia industriale, ritrattistica, pubblicitaria e di architettura; insegnante alla Scuola professionale di grafica a Bolzano; libero professionista.

Artista: Erich Dapunt
Mostra: Repos Animé
Inaugurazione: Giovedì 2 maggio, ore 19.00 – Palais Mamming Museum Merano
Curatrice: Sara Salute
Testo critico: Alessandro Costazza
Durata mostra: 2 maggio – 29 giugno 2019
Orari di apertura: Ma-Sa 10.30-17.00, Domenica e festivi 10.30-13.00



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