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Scienza e Cultura

Mele e castagne: le nuove sfide della conservazione

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L’influenza dell’andamento meteorologico sul raccolto e sulla conservazione della frutta, la diffusione e l’arginamento di patologie emergenti nelle castagne raccolte, lo sviluppo di tecnologie di stoccaggio per nuove varietà di mele adatte al clima altoatesino: tematica ricorrente e di grande rilevanza nella ricerca scientifica sul postraccolta sono i cambiamenti climatici in corso. È quanto emerge dalle presentazioni dell’edizione 2024 del Convegno sul postraccolta, organizzato come ogni anno dal gruppo di lavoro Frigoconservazione e Biologia del Postraccolta del Centro di Sperimentazione Laimburg e arrivato ormai alla sua 25esima edizione. Quest’anno hanno partecipato all’evento circa 80 esperti ed esperte del settore frutticolo, che si sono ritrovati venerdì 2 agosto al NOI Techpark di Bolzano per confrontarsi sulle novità della ricerca e sulle buone pratiche da seguire.

«L’innovazione nel settore della conservazione è fondamentale per sostenere la nostra agricoltura e garantire prodotti di alta qualità per consumatrici e consumatori. Il clima che cambia rappresenta una grande sfida per ognuno di noi e il Convegno del postraccolta è una preziosa opportunità per condividere esperienze, conoscenze e trovare soluzioni comuni in tal senso» ha dichiarato l’Assessore all’Agricoltura Luis Walcher durante i saluti inaugurali dell’evento.

«Il Convegno è un’occasione importante per creare e rafforzare il legame del Centro di Sperimentazione Laimburg con altri enti di ricerca. La presenza di varie professionalità rende l’atmosfera multidisciplinare e lo scambio di competenze particolarmente proficuo» sostiene inoltre Michael Oberhuber, Direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg.

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Per la prima volta presentati risultati anche sulla conservazione del castagno

Il Convegno sul postraccolta è un evento nato intorno alla ricerca scientifica sullo stoccaggio delle mele. Da un lato le buone pratiche di conservazione delle nuove varietà di mele che vengono inserite sul mercato, dall’altro la diffusione delle ultime innovazioni tecnologiche che consentono di mantenere alta la qualità del raccolto e coprire dunque distanze sempre più lunghe tra produttore e consumatore. «Negli anni, le nostre competenze si sono ampliate ad altri prodotti frutticoli quali, ad esempio, le castagne. Anche a causa della crisi climatica, in Alto Adige si diffondono nuovi patogeni, come il fungo Gnomoniopsis castaneae. Questo ci pone davanti alla sfida di affrontare le conseguenze della loro diffusione sullo stoccaggio e sulla commercializzazione dei frutti» ha aggiunto Angelo Zanella, responsabile del gruppo di lavoro Frigoconservazione e Biologia del Postraccolta del Centro Laimburg e organizzatore dell’evento.

Il programma di quest’anno prevedeva anche la presentazione di un relatore esterno. Nicola Busatto, ricercatore della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, Trento, ha illustrato come affrontare le varie forme di “riscaldo” nella mela, un disturbo fisiologico da conservazione. Questo fenomeno può essere contrastato in vari modi, tra cui l’uso di inibitori della maturazione, la conservazione in atmosfera controllata e pretrattamenti prima della refrigerazione.

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Gestire il marciume gessoso delle castagne tramite la frigoconservazione

Esterno all’apparenza sano, ma consistenza spugnosa e colore scuro al taglio. Sono i primi sintomi del marciume gessoso, una malattia delle castagne causata dal fungo Gnomoniopsis castaneae. Con il progredire della patologia, l’interno dei frutti colpiti diventa molto chiaro e, come suggerisce il nome, gessoso e il sapore sgradevole, rendendo impossibile la commercializzazione della castagna. Il marciume gessoso è una malattia emergente che attacca i frutti già dalla fioritura e può causare danni significativi. Se gestita male, la malattia può portare alla perdita completa del raccolto durante la sua conservazione.

In Alto Adige gli ettari di castagneto da frutto sono circa 400, distribuiti in Val d’Isarco, Val Venosta, nel Meranese e in Bassa Atesina. È anche a causa della grande rilevanza che il castagno ha per il territorio altoatesino che, dal 2018, il Centro di Sperimentazione Laimburg sta conducendo prove di conservazione per contenere Gnomoniopsis castaneae. Gli approcci utilizzati sono la sterilizzazione con bagno caldo e la frigoconservazione in diverse atmosfere. I risultati raccolti finora indicano che la temperatura di conservazione e la rapidità con cui le castagne entrano in cella dopo la raccolta sono cruciali per inibire lo sviluppo del fungo. «Un buono stoccaggio non è però sufficiente. È indispensabile informare consumatori e consumatrici sulla corretta conservazione domestica delle castagne per garantire la qualità del prodotto» ha affermato Irene Perli del gruppo di lavoro Piccoli Frutti e Drupacee del Centro di Sperimentazione Laimburg.

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