Merano
Lockdown, con queste restrizioni Merano è in ginocchio

“Con le ultime restrizioni per l’emergenza epidemiologica, Merano e il circondario sono in ginocchio”. Lo afferma Paolo Ferrazin, portavoce di CNA-SHV Burgraviato, dopo aver esaminato l’ordinanza provinciale n. 8 del 17 febbraio.
“Mi faccio carico dell’esasperazione dei nostri associati delle varie categorie – prosegue Ferrazin – perché l’ordinanza è arrivata tardi, dopo le ore 19 del 17 febbraio, ed ha efficacia dalla mezzanotte, ovvero appena 5 ore dopo la pubblicazione. Per molte attività, non è stato possibile organizzarsi. Chiediamo garanzia che non vengano emanate sanzioni almeno in questo fine settimana”.
Il portavoce meranese di CNA-SHV pone tanti dubbi sull’applicazione dell’ordinanza: “Il testo parla di chiusura delle attività produttive industriali e commerciali. E chi è artigiano può stare aperto? Un’azienda produttiva deve rimanere chiusa o può operare per consegnare i lavori a clienti, enti o aziende del resto dell’Alto Adige o di fuori provincia, che sono aperti? Chi si farà carico delle penali per i ritardi di 2 o 3 settimane nella consegna di lavori a clienti che hanno sede in zone gialle o arancioni o comunque aperte?
Come devono comportarsi gli autotrasportatori e i corrieri, che arrivano da altre zone dell’Alto Adige o da fuori provincia, i quali devono consegnare o ritirare merce a Merano? Devono sottoporsi a un tampone ogni tre giorni o si può ipotizzare, almeno per chi traporta merce da fuori provincia che non può essere spedita con corriere ordinario, l’operazione di carico e scarico con l’utilizzo di mascherine FFP2 senza soste per pause o per pranzo? Ci sono certezze sui ristori per attività chiuse che, a livello nazionale, sarebbero aperte pur se in zona rossa?”
Infine un quesito sull’obbligo di eseguire test: “Perché è generalizzato e non esenta chi ha già contratto la malattia e adesso è negativo con opportuna certificazione o chi ha fatto il vaccino?”
In questo quadro, Ferrazin esterna una grande preoccupazione per la tenuta economica e sociale di Merano: “Il turismo è fermo da quasi un anno, tranne una breve ma insufficiente pausa estiva e senza alcuna certezza per il futuro, il commercio registra ricavi ridotti, le attività produttive sono aperte a singhiozzo, i disoccupati sono in forte aumento, le banche parlano già di debiti da restituire da marzo. Questo lockdown rigidissimo sembra il colpo di grazia per la seconda città dell’Alto Adige e per il suo comprensorio. Senza una strategia di rilancio, che affianchi quella di contenimento del virus, l’economia rischia di morire a prescindere dai contagi reali”.
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